Intervista a Martina Marinelli, autrice dell’opera “Trovarsi”.
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16/01/2025 | Bookpress
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Martina Marinelli (Roma, 2001) è una scrittrice e speaker radiofonica, laureata in storia e critica teatrale. Appassionata dell'arte in tutte le sue forme, si è dedicata per molti anni alla recitazione, alla danza e al canto, riservando sempre un posto speciale alla lettura e alla scrittura. Durante l'estate della Maturità nasce il primo volume di quella che sarebbe presto divenuta la sua trilogia fantasy d'esordio, “Cuore di luce, L'alba” (2020), a cui sono seguiti “Cuore di luce, La scelta” (2021) e “Cuore di Luce, Il tramonto” (2022). Nel 2024 pubblica il suo quarto romanzo, “Trovarsi”.
«Ci presenti il tuo appassionante romance storico “Trovarsi”, ambientato in Francia nei tardi anni Trenta del Novecento?»
Trovarsi è la storia di una giovane donna, Charlotte Hiver, che dopo anni trascorsi a viaggiare tra i più importanti teatri d'Europa e di Parigi, si trova costretta a scegliere un nuovo inizio. Un inizio di cui ancora non conosce quasi nulla.
La sua unica certezza è un luogo, lo stesso in cui è sempre riuscita a ritrovarsi: Demain.
Ad attenderla ci sono niente più che il mare e il silenzio della piccola cittadina in cui, la giovane, spera di poter ricominciare.
«Charlotte Hiver è l'intensa protagonista della tua opera: una ragazza di vent'anni forte e determinata che, dopo essere stata l'attrice di punta di una famosa compagnia teatrale parigina, si ritrova a dover ricominciare da zero, trasferendosi in una cittadina costiera e dovendo costruire nuove relazioni. Quali sono state le fonti di ispirazione per delineare la sua caratterizzazione?»
Per scrivere di Charlotte mi sono ispirata alla mia storia, entrambe poste di fronte al bisogno di lasciarsi alle spalle un passato in cui, ormai, non riuscivamo più a riconoscerci e, dunque, mentre scrivevo la sua storia, affrontavo e iniziavo a conoscere anche la mia. Io e Charlotte siamo cresciute insieme, pagina dopo pagina, fino a quando, per entrambe, non è finalmente arrivato un nuovo domani.
«Perché hai scelto come sfondo della vicenda gli anni Trenta del Novecento? Cosa ti affascina di quel periodo storico e quali aspetti del percorso di crescita e di consapevolezza di Charlotte ti ha permesso di approfondire?»
In quanto storica del teatro e, prima ancora, come appassionata di storia, amo avere la possibilità di guardare al passato per poter conoscere e comprendere anche il presente. Sicuramente il grande lavoro di ricerca portato avanti consultando gli archivi della Biblioteca Nazionale di Francia mi ha permesso di contestualizzare gli aspetti ambientali e prettamente storici presenti nel romanzo, ma uno dei motivi fondamentali per i quali ho scelto di scrivere di un momento così storicamente lontano è stata la necessità, oltre che la volontà, di riscoprire la bellezza dell'umano. Credo, fermamente, che in una società sempre più tecnologicamente evoluta, com'è quella del XXI secolo, ci sia sempre meno spazio per i rapporti umani fatti di carne e ossa. Per i rapporti che ci permettono ancora di incontrarsi e parlare guardando il volto dell'altro, studiandone lo sguardo e osservando l'emotività mutare i tratti del nostro interlocutore. Processi che un emoticon può, forse, blandamente riportare, ma che non potrà mai del tutto sostituire. Senza ombra di dubbio, scegliere di ambientare la mia storia negli anni Trenta del Novecento mi ha permesso di riportare in scena i sentimenti nella loro più intima purezza.
«Dalla dedica presente in apertura del romanzo: “Questo libro è per chi ha avuto paura. Questo libro è per chi, nella paura, ha imparato ad Amare”. Quali messaggi hai voluto veicolare attraverso la tua opera?»
Tra i messaggi fondamentali del libro c'è proprio la libertà di scoprirsi fragili e incerti e, in quest'incertezza, imparare ad amare se stessi e tutta la vita che ancora non si conosce.
«“Bisogna sentirsi tremendamente scomodi in questa vita”, si afferma nel corso dell'opera. Vuoi commentare per noi questa frase chiave per comprendere le scelte che poi farà Charlotte?»
Cambiare è ciò che più spaventa, poiché, prima ancora, si è costretti a mettere in discussione le nostre scelte e, talvolta, tutto il passato che abbiamo vissuto, eppure mutare è l'unica possibilità che abbiamo per non rischiare di cadere in quello che Wilde diceva essere l'errore di “esistere e nulla più”.
«Sei una giovanissima autrice con già diverse opere alle spalle: cosa significa per te scrivere e raccontare storie?»
Scrivere è la sola “arma” che io abbia per raccontare la vita e rendere immortali quelli che si sono avvicinati alla mia. È un tributo per tutti quelli che amo o che ho amato ed è, prima di ogni altra cosa, il mio modo per far star bene gli altri. Storie e volti lontanissimi, ma che riescono lo stesso a riconoscersi nelle mie storie e nei personaggi che le abitano. Scrivere è donare un nuovo respiro alle cose e, quando si è fortunati, anche ai lettori.
«Il tuo esordio letterario è avvenuto con una trilogia fantasy, composta dai volumi “Cuore di luce, L'alba”, “Cuore di luce, La scelta” e “Cuore di Luce, Il tramonto”. A che tipo di lettore sono rivolte queste opere e che genere di vicenda hai voluto narrare?»
Nella mia trilogia d'esordio mi rivolgo a ragazzi e adulti, poiché la storia che si racconta non è soltanto la battaglia tra luci e ombre che Rose e Alex, i due protagonisti, si trovano a combattere. È, prima ancora, il racconto delle tenebre che, ognuno di noi, almeno una volta, si è trovato costretto ad affrontare.
È il racconto di due cuori, ugualmente messi alla prova dalla vita, che decidono di riappropriarsi del proprio destino.
Mai soli, seppur distanti
Contatti
https://www.instagram.com/martinamarinelliautrice/
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Link di vendita online
https://www.amazon.it/TROVARSI-Martina-Marinelli/dp/B0DBZ4FV1F
«Ci presenti il tuo appassionante romance storico “Trovarsi”, ambientato in Francia nei tardi anni Trenta del Novecento?»
Trovarsi è la storia di una giovane donna, Charlotte Hiver, che dopo anni trascorsi a viaggiare tra i più importanti teatri d'Europa e di Parigi, si trova costretta a scegliere un nuovo inizio. Un inizio di cui ancora non conosce quasi nulla.
La sua unica certezza è un luogo, lo stesso in cui è sempre riuscita a ritrovarsi: Demain.
Ad attenderla ci sono niente più che il mare e il silenzio della piccola cittadina in cui, la giovane, spera di poter ricominciare.
«Charlotte Hiver è l'intensa protagonista della tua opera: una ragazza di vent'anni forte e determinata che, dopo essere stata l'attrice di punta di una famosa compagnia teatrale parigina, si ritrova a dover ricominciare da zero, trasferendosi in una cittadina costiera e dovendo costruire nuove relazioni. Quali sono state le fonti di ispirazione per delineare la sua caratterizzazione?»
Per scrivere di Charlotte mi sono ispirata alla mia storia, entrambe poste di fronte al bisogno di lasciarsi alle spalle un passato in cui, ormai, non riuscivamo più a riconoscerci e, dunque, mentre scrivevo la sua storia, affrontavo e iniziavo a conoscere anche la mia. Io e Charlotte siamo cresciute insieme, pagina dopo pagina, fino a quando, per entrambe, non è finalmente arrivato un nuovo domani.
«Perché hai scelto come sfondo della vicenda gli anni Trenta del Novecento? Cosa ti affascina di quel periodo storico e quali aspetti del percorso di crescita e di consapevolezza di Charlotte ti ha permesso di approfondire?»
In quanto storica del teatro e, prima ancora, come appassionata di storia, amo avere la possibilità di guardare al passato per poter conoscere e comprendere anche il presente. Sicuramente il grande lavoro di ricerca portato avanti consultando gli archivi della Biblioteca Nazionale di Francia mi ha permesso di contestualizzare gli aspetti ambientali e prettamente storici presenti nel romanzo, ma uno dei motivi fondamentali per i quali ho scelto di scrivere di un momento così storicamente lontano è stata la necessità, oltre che la volontà, di riscoprire la bellezza dell'umano. Credo, fermamente, che in una società sempre più tecnologicamente evoluta, com'è quella del XXI secolo, ci sia sempre meno spazio per i rapporti umani fatti di carne e ossa. Per i rapporti che ci permettono ancora di incontrarsi e parlare guardando il volto dell'altro, studiandone lo sguardo e osservando l'emotività mutare i tratti del nostro interlocutore. Processi che un emoticon può, forse, blandamente riportare, ma che non potrà mai del tutto sostituire. Senza ombra di dubbio, scegliere di ambientare la mia storia negli anni Trenta del Novecento mi ha permesso di riportare in scena i sentimenti nella loro più intima purezza.
«Dalla dedica presente in apertura del romanzo: “Questo libro è per chi ha avuto paura. Questo libro è per chi, nella paura, ha imparato ad Amare”. Quali messaggi hai voluto veicolare attraverso la tua opera?»
Tra i messaggi fondamentali del libro c'è proprio la libertà di scoprirsi fragili e incerti e, in quest'incertezza, imparare ad amare se stessi e tutta la vita che ancora non si conosce.
«“Bisogna sentirsi tremendamente scomodi in questa vita”, si afferma nel corso dell'opera. Vuoi commentare per noi questa frase chiave per comprendere le scelte che poi farà Charlotte?»
Cambiare è ciò che più spaventa, poiché, prima ancora, si è costretti a mettere in discussione le nostre scelte e, talvolta, tutto il passato che abbiamo vissuto, eppure mutare è l'unica possibilità che abbiamo per non rischiare di cadere in quello che Wilde diceva essere l'errore di “esistere e nulla più”.
«Sei una giovanissima autrice con già diverse opere alle spalle: cosa significa per te scrivere e raccontare storie?»
Scrivere è la sola “arma” che io abbia per raccontare la vita e rendere immortali quelli che si sono avvicinati alla mia. È un tributo per tutti quelli che amo o che ho amato ed è, prima di ogni altra cosa, il mio modo per far star bene gli altri. Storie e volti lontanissimi, ma che riescono lo stesso a riconoscersi nelle mie storie e nei personaggi che le abitano. Scrivere è donare un nuovo respiro alle cose e, quando si è fortunati, anche ai lettori.
«Il tuo esordio letterario è avvenuto con una trilogia fantasy, composta dai volumi “Cuore di luce, L'alba”, “Cuore di luce, La scelta” e “Cuore di Luce, Il tramonto”. A che tipo di lettore sono rivolte queste opere e che genere di vicenda hai voluto narrare?»
Nella mia trilogia d'esordio mi rivolgo a ragazzi e adulti, poiché la storia che si racconta non è soltanto la battaglia tra luci e ombre che Rose e Alex, i due protagonisti, si trovano a combattere. È, prima ancora, il racconto delle tenebre che, ognuno di noi, almeno una volta, si è trovato costretto ad affrontare.
È il racconto di due cuori, ugualmente messi alla prova dalla vita, che decidono di riappropriarsi del proprio destino.
Mai soli, seppur distanti
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