
IL PIACERE di Gabriele D'Annunzio
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11/02/2007 | farosulmare
- 5692
Un libro che amo profondamente, letto tre volte.
Un grande classico della letteratura italiana e del Decadentismo in particolare, quando fu pubblicato nel 1889 suscitò scalpore e scandalo causa i contenuti e le situazioni rappresentate a dir poco ardite.
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Lo sfondo del romanzo è la Roma elegante e mondana di fine ottocento, i salotti letterari, i ricevimenti, le camere da letto, i duelli tra gentiluomini.
Il protagonista è Andrea Sperelli, innamorato della bellezza e diviso tra due donne, l'una sensuale, l'altra spirituale. Sperelli è il perfetto prototipo del personaggio decadente: è incerto, svogliato, inquieto, smarrito; un malato di edonosmo, un uomo che spesso fa scempio della propria morale e conduce una vita vuota alla ricerca spasmodica del godimento, dell'attimo felice, del diletto, del “piacere” appunto.
Un piacere che alla fine si rivelerà del tutto illusorio...
Ovviamente, nel personaggio di Sperelli c'è una sorta di proiezione autobiografica di D'Annunzio e, non posso nascondere, che uno dei motivi per i quali amo questo libro è la mia personale immedesimazione nel protagonista.
Vi riporto alcuni dei passaggi più intensi ed emozionanti del romanzo.
“...se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in voi e per voi, senza domani senza ieri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credetemi.”
“... il mio unico desiderio è di morire nel vostro nome. Rinunziare a voi è rinunziare alla salvezza, ricader per sempre nella rovina, non rialzarsi mai più. Io vi amo come nessuna parola umana potrà mai esprimere. Ho bisogno di voi. Voi soltanto siete vera; voi siete la Verità che il mio spirito cerca. Il resto è vano; il resto è nulla. Rinunziare a voi è come entrar nella morte...”
“.. a voi, sempre a voi. Mi prende come una curiosità di guardarmi dentro per vedere se ancora mi rimanga qualche minima parte dell'anima che non sia in possesso dell'anima vostra, qualche minima piega che non sia penetrata dalla vostra luce... Siete nell'assoluto dominio di tutto il mio essere. Non mai, penso, una creatura umana è stata più intimamente posseduta da una creatura umana, in ispirito. Se la mia bocca si congiungesse alla vostra, avverrebbe una trasfusione della mia vita nella vostra vita. Penso che morirei...”
“... Non so; non ricordo. Non ricordo più nulla. Vi amo. Amo voi sola. Penso per voi sola. Vivo per voi sola. Non so più nulla; non ricordo più nulla; non desidero più nulla, oltre il vostro amore. Nessun filo più mi lega alla vita d'un tempo. Sono ora fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere. Io sono nel vostro sangue e nella vostra anima; io mi sento in ogni palpito delle vostre arterie; io non vi tocco eppure mi mescolo con voi come se vi tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io vi amo e voi mi amate; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre...”
Buona lettura! ;)
Un grande classico della letteratura italiana e del Decadentismo in particolare, quando fu pubblicato nel 1889 suscitò scalpore e scandalo causa i contenuti e le situazioni rappresentate a dir poco ardite.
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Lo sfondo del romanzo è la Roma elegante e mondana di fine ottocento, i salotti letterari, i ricevimenti, le camere da letto, i duelli tra gentiluomini.
Il protagonista è Andrea Sperelli, innamorato della bellezza e diviso tra due donne, l'una sensuale, l'altra spirituale. Sperelli è il perfetto prototipo del personaggio decadente: è incerto, svogliato, inquieto, smarrito; un malato di edonosmo, un uomo che spesso fa scempio della propria morale e conduce una vita vuota alla ricerca spasmodica del godimento, dell'attimo felice, del diletto, del “piacere” appunto.
Un piacere che alla fine si rivelerà del tutto illusorio...
Ovviamente, nel personaggio di Sperelli c'è una sorta di proiezione autobiografica di D'Annunzio e, non posso nascondere, che uno dei motivi per i quali amo questo libro è la mia personale immedesimazione nel protagonista.
Vi riporto alcuni dei passaggi più intensi ed emozionanti del romanzo.
“...se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in voi e per voi, senza domani senza ieri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credetemi.”
“... il mio unico desiderio è di morire nel vostro nome. Rinunziare a voi è rinunziare alla salvezza, ricader per sempre nella rovina, non rialzarsi mai più. Io vi amo come nessuna parola umana potrà mai esprimere. Ho bisogno di voi. Voi soltanto siete vera; voi siete la Verità che il mio spirito cerca. Il resto è vano; il resto è nulla. Rinunziare a voi è come entrar nella morte...”
“.. a voi, sempre a voi. Mi prende come una curiosità di guardarmi dentro per vedere se ancora mi rimanga qualche minima parte dell'anima che non sia in possesso dell'anima vostra, qualche minima piega che non sia penetrata dalla vostra luce... Siete nell'assoluto dominio di tutto il mio essere. Non mai, penso, una creatura umana è stata più intimamente posseduta da una creatura umana, in ispirito. Se la mia bocca si congiungesse alla vostra, avverrebbe una trasfusione della mia vita nella vostra vita. Penso che morirei...”
“... Non so; non ricordo. Non ricordo più nulla. Vi amo. Amo voi sola. Penso per voi sola. Vivo per voi sola. Non so più nulla; non ricordo più nulla; non desidero più nulla, oltre il vostro amore. Nessun filo più mi lega alla vita d'un tempo. Sono ora fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere. Io sono nel vostro sangue e nella vostra anima; io mi sento in ogni palpito delle vostre arterie; io non vi tocco eppure mi mescolo con voi come se vi tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io vi amo e voi mi amate; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre...”
Buona lettura! ;)
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