E' evidente che nelle valli bergamasche si ama rischiare.
Forse proprio quello "stare sulle rocce" è la forza e la sicurezza che concede al trio di Albino,la libertà di distruggere e disossare gli schemi musicali per poi ricomporli, riassemblarli e trasformarli di nuovo.
Da tutto ciò ne esce Endkadenz,un doppio crudo con derive oniriche che trascinano l'ascoltatore ad assimilare la loro natura di "artigiani",che lavorano la musica come un fabbro lavora il metallo.
È impossibile pensare di scindere la rencensione di questo album come per esigenze discografiche ha fatto la Universal,di conseguenza quei 26 brani suonano tutti all'unisono.
Se il volume uno è la prua della della nave che rompe le onde e solca il mare a suon di riff schiaccianti come derek e inno del perdersi,con taglienti fuzz e e continue esplosioni armoniche,il volume due è la poppa della medesima nave che,grazie alle sue 13 tracce spinge con irruenza e senza paura,Cannibale(traccia 1) e Caleido(traccia 12)ne sono il carburante che infiamma l'anima,riff dritti,gravidi di potenza,grida ovattate.
Al cuore dell'imbarcazione, nella sala da ballo, trasmettono pezzi come la dolce, intensa ed intima Nera Visione con, a mio avviso, uno dei testi migliori scritti dal Ferrari (traccia 8.),la diretta e sincera Troppe Scuse(traccia 9) con chiare influenze Interpol e il pezzo di chiusura Waltz del bounty(traccia 13)che con i suoi arrangiamenti orchestrali ci fa danzare e "prendere il volo".
Il singolo Colle Immane(traccia 3)è fuzzosamente sporco, la voce continua ed essere effettata e riverberata. E poi...eccole, i veri mostri dell'intero album: Fuoco Amico Parte I e Fuoco Amico Parte II(Pela i miei tratti) (traccia 6 e 7)con cui Alberto, oltre ad invitarci a ballare e saltare tutti insieme, chiarisce in maniera
molto chiara cosa vuol dire far esplodere la musica,farla grattare su quelle paratie grazie a voci stridule e ritmi incalzanti.
Grazie alle mani geniali di Marco Fasolo, leader della band Jennifer Gentle nonchè amico di vecchia data del trio bergamasco, nasce Identikit(traccia 5), ballata psichedelica con chiare influenze del prog anni 70 e che vede l'uso di vari strumenti mai usati come per esempio il clavicembalo dello stesso Fasolo.
La favorita tra i fan verdeniani sembra essere Un blu sincero(traccia 4); il blu è sempre stato ricorrente negli anni e qui hanno voluto omaggiarlo.
Dymo(traccia 2) è un vero e proprio shock("sciocco onirico"); non te la togli dalla testa neanche se t'impegni, te la porti avanti fino all'indomani. Alberto dice ricordargli un brano "alla Battisti" e...gli diamo pienamente ragione! La curiosità di questa canzone è che fu scritta nel periodo in cui Omid Jazi era ancora il quarto Verdena, quindi il titolo è proprio il suo nome(ma con la y al posto della i).
In ogni cd dei Verdena, specie nei più recenti, non puó mancare il brano strumentale e qui è Natale con Ozzy(traccia 10), omaggio ad Ozzy Osbourne, che insieme alla sua batteria elettronica e i cori un po' cupi lasciano spazio alla successiva Lady Hollywood(traccia 11).
Il finale di questo album, con la sopracitata Waltz del bounty, ci lascia, come sempre del resto, la speranza in un futuro, se possibile, ancora diverso, sempre nuovo e sempre più una scoperta.
Dopo i consueti anni di registrazioni in studio, cosa tireranno fuori ancora i Verdena? Come faranno a stupirci nuovamente?
Per questo album consigliamo l'ascolto rigorosamente in cuffia e ancor più rigorosamente in momenti di acuta schizofrenia.
Testo di Daniele Spread

Verdena - Endkadenz vol 2
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08/10/2015 | luigirizzo
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