Banana Joe – SuperVintage

Banana Joe – SuperVintage

“SuperVintage” è il nuovissimo disco dei Banana Joe, uscito lo scorso ottobre. E di vintage in esso c'è qualcosa che va in perfetto equilibrio con la sperimentazione e le sue mille affascinanti sfaccettature. Un equilibrio precario tra presente e passato, che la band definisce “vintage moderno” o meglio SuperVintage!
Le otto tracce si snodano lungo un percorso che sembra un  romanzo ricco di diversi protagonisti che vivono notti insonni, sigarette e bevute, tra le vicissitudini che si tingono di trame rock anni 60-70 e trame psichedeliche.
La band è formata dal cantante e bassista Andrea Gnisci, dal chitarrista Fulvio Masini e dal batterista Emanuele Benenti. Le loro sonorità oscillano tra il post grunge e la musica psichedelica  degli anni 60-70. Per l'energia rock delle loro esibizioni e l'appeal sul pubblico, in poco tempo si fanno conoscere nei locali del nord-ovest italiano; hanno condiviso il palco con grandi artisti come Sick  Tamburo, Punkreas, Omar Pedrini, The Winstons, Cosmic Dead e Caparezza.
Nel 2018 sono entrati nella famiglia di Pioggia Rossa, registrando e producendo ''Supervintage'' presso Unbox Studio Genova da Fulvio Masini e masterizzato da GreenFog Studi.
I Banana Joe aprono il disco con la pazza 'Tara', una visione astratta e surreale dell'esistenza, che si sdraia su sogni, pensieri e progetti che a volte non riescono a coincidere con le reali priorità. Segue 'Neve', un brano che parla di crescita e di ricordi, come quello della non necessità di andare a scuola a causa della neve. Ma quando si è grandi, la neve diventa ostacolo e perde tutta la sua magia.
'Queen dei cofani' è uno dei brani più punk e più vintage del disco, ricco di energia e di un groove trascinante, che descrive la regina dei cofani, prima che i Banana Joe ci raccontino le 'Vicissitudini di una ragazza dai facili costumi', un'amica della band che si diverte molto senza paura di risultare una “facile”, spregiudicata, che canta un inno all' amore libero, contro ogni pregiudizio di genere.
Le serrande si aprono sulle note di 'Polvere', canzone d' amore e di simboli che resistono alle intemperie, come i sentimenti. La sesta traccia si intitola 'Vodkanima' e si ispira ad un drink che, bevuto durante un concerto, diventa la metafora della vita, che passa - dal fondo della sala e con un bicchiere straripante - dai buoni propositi alla perdita di aspettative e alla delusione di un bicchiere quasi vuoto.
'UensdaiI' ha un titolo che proviene da un errore commesso durante la stampa delle locandine del primo live della band,  quando “Wednesday” fu scritto come “Wensday”, e per evitare una pessima figura fu ideato un concept ed un messaggio volutamente sbagliato. E così una canzone inizialmente nata come ripiego, che parla del tempo e di come sfugga dalle mani diventa per la band un simbolo e una preghiera
A chiudere è 'Omertse' un brano in cui la band esprime con forza il proprio vigore distorsore e sperimentale.
I Banana Joe vengono da Genova e lo fanno, decisamente, con furore.

banana joe, Recensione, supervintage

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