"NICHI"...GOVERNATORE STAR

"NICHI"...GOVERNATORE STAR

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[testo rosso>Siamo riusciti ad estrapolare una parte dell'intervista dell'ideattrice del film Alessandro Contessa, apparsa su Aprileonline. E così dopo aver visto attori che in una seconda vita, si sono cimentati nel ruolo di governatori (vedi il caso californiano con Arnold Schwarzenegger), sarà la volta di un politico percorrere il cammino contrario:[/testo>
Il nome del film era "Nichi Vendola. Un comunista" ma l'avete cambiato...
Infatti, il film si intitolerà semplicemente "Nichi", perché quando abbiamo vissuto questa esperienza, per certi versi straordinaria, avendo il privileggoio di seguire Nichi, da una parte e altra della Puglia, ci siamo accorti che lui era non l'onorevole, non Nichi Vendola, ma semplicemente Nichi. Lo chiamavano tutti così, e lui infatti ci tiene ad essere chiamato per nome. Il titolo più giusto, abbiamo rifletuto era "Nichi".
Forse è troppo facile dire che si tratta di un progetto innovativo, non soltanto per il cinema indipendente, ma anche per il cinema italiano in generale. Ma come nasce l'idea di un film del genere?
Nasce, inanzitutto per la fortuna di lavorare con un produttore come Gianluca Arcopinto. Nasce da un pugliese, cioè me medesimo, che da un paio d'anni lavora come direttore commerciale della "Pablo". Si tratta, insomma, di un film realizzato con una troupe ridotissima, ma io dall'inizio ho cercato di raccontare Nichi Vendola per come lo conoscevo, da pugliese che ha assistito a decine dei suoi commizi, e di raccontare chi è Nichi Vendola, la sua carica, la sua passione. Non è facile fare un documentario su un personaggio politico, vivo e vegeto. Molte volte è più facile realizzare dei documentari raccontando esperienze passate, metabolizzate, rivissute con l'occhio della memoria, ma proprio questa ''contemporaneità'' è stata la forza del film. Forse qualcuno potrebbe travisare la nostra operazione considerandola una atto di sciacallaggio, ma se questo qualcuno avesse vissuto insieme a noi questa operazione direbbe esattamente il contrario.
Probabilmente qualcuno la capirebbe meglio se avessimo voluto farla fra vent'anni.
Forse il nostro "errore" è stato anticipare tutti, e capire e conoscere meglio questo politico adesso e non magari fra vent'anni, dicendo, ah sì, ci interessa quella situazione in cui un gay, un comunista ha vinto il seggio da governatore in una regione del meridione d'Italia.
Ma a che genere appartiene questo film? Si tratta di un documentario, di una campagna elettorale, del ritratto di un personaggio un po' trasgressivo?
Non si tratta del raconto della campagna elettorale di Nichi Vendola. Gianluca Arcopinto ha voluto raccontare un uomo, un uomo politico anomalo, diverso, che riesce ancora a dare speranza a questo paese. Purtroppo la nostra società tende a dimenticare tutto e naturalmente tende a dimenticare i volti delle persone, come sono fatte le persone. Invece noi nel film li vederemo questi volti. Vedremo, ad esempio, Don Tonino Bello, Berlinguer, Pasolini. Vederemo Nichi, ma sopratutto il mondo di Niki.
Questo progetto rappresenterà un'apripista per un modo nuovo di conoscere i politici e di avvicinarli di più ai singoli cittadini?
I film si fanno in tanti modi. Noi abbiamo fatto questo film perché ci credevamo e credevamo in Nichi Vendola. Se grazie a questo film molti avranno modo di conoscere ancor meglio Nichi, a noi non può far che piacere, significherebbe aver raggiunto comunque un obiettivo importante. Come politica distributiva, mi viene in mente proprio una frase di Nichi che dice sempre "Non voti, ma volti", e anche a noi non interessano i numeri degli incassi ma i volti. Se iniziamo a pensare solo ai soldi diventiamo una delle tante case di distribuzione italiane, che comunque rispettiamo. Noi però vogliamo, pur facendo parte di questo mondo cinematografico, avere una linea diversa.
Nichi Vendola ha acettato subito di esibirsi davanti alla cinepresa, che è altra cosa dalla telecamera dei giornalisti? Come si è comportato durante le riprese?
Dopo che gli abbiamo spiegato il progetto, ci ha detto che era felice di partecipare. Subito dopo il primo incontro a Bari è nato un gran bel rapporto, oserei dire un'amicizia, tra lui e i componenti della sua stupenda famiglia.
Nichi dall'inizio si divertiva, ma a volte ci chiedeva di chiudere le riprese soprattutto quando eravamo a casa sua, ma sempre con grande garbo. Comunque anche noi abbiamo cercato sempre di tutelare lui e la sua privacy e la sua campagna elettorale, tant'è vero che non abbiamo mai parlato ufficialmente del film quando ancora stavamo girando. Abbiamo detto che c'era un film su Nichi Vendola soltanto quando è finita la campagna elettorale, la quale, per fortuna, è finita anche bene.
E' pensabile ripettere l'esperimento anche in futuro o è da considerarsi un episodio a sè stante?
Se ci fosse una situazione simile probabilmente sì, ma comunque noi cerchiamo di seguire le idee così come nascono. Sicuramente seguiremo la linea dei film documentari. Questa è stata comunque un'operazione a sé stante, un "instant movie".
Nel film non si vedono i lati tipici di una campagna elettorale, il fervore che c'è dentro una campagna elettorale, ma un onesto racconto di un uomo e di quello che lui dice. Sucessivamente ci siamo buttati in un'altra operazione. La gente spesso e volentieri vede in Dvd gli cosidetti extra, a noi ci piaceva di portare un extra al cinema. Infatti, dopo
"Nichi", si potrà vedere un cortometraggio che s'intitola "Chiamatemi Nichi" dove vediamo un Nichi completamente diverso, un Nichi che in casa aiuta i genitori a preparare la tavola, un Nichi più ''privato''. In questi 8 minuti si racconta veramente cosa è stata la vittoria di Nichi. Non una macchina organizzativa che tutti gli altri possono immaginarsi, ma un commitato fatto dai ragazzi giovanissimi che hanno dato tutto il loro tempo per raggiungere un risultato, ancora per certi versi, incredibile.
Il film sarebbe uscito anche nel caso in cui Nichi Vendola non avesse vinto?
Sì, sicuramente sarebbe uscito, però, ovviamente con un altro finale. Quando si decide di fare un film su un personaggio politico si deve mettere anche in conto la sua sconfitta. C'è qualcuno che dice che dal punto di vista cinematografico sarebbe stato ancor meglio un Nichi Vendola sconfitto, però per quanto mi riguarda preferisco questo epilogo.
In che modo avete cercato di differenziare il progetto da un comune servizio giornalistico per la televisione?
Sicuramente grazie ad una collaborazione intensa fra me, Gianluca e gli altri nostri collaboratori. Molte volte, comunque, cercavamo di evitare le riprese, quando per esempio Nichi si imbatteva nei quartieri disagiati e in molte altre sue imprese proprio per differenziarsi da un programma di inchiesta. Si è avuto sempre in testa l'idea che si doveva fare un film che sucessivamente sarebbe andato al cinema.
Come si inserisce il progetto nel momento storico che l'Italia sta vivendo nella politica e nel cinema?
Secondo me, questo momento è più che adatto. Si può pensare che la data dell'uscita del film è stata studiata attentamente, invece tutto è stato molto spontaneo. Di sicuro la gente, per lo stordimento politico che c'è in questo momento, ha bisogno di fermarsi e ascoltare. Proprio questo cercavamo di mettere in evidenza, questa capacità di ascolto di Nichi, come riesce a riempire le piazze, come riesce a dialogare con la gente e ad interagire con gli altri.
E' utile proprio da questo punto di vista. In questo momento la gente ha tante domande, e vorrebbe sentire anche qualche risposta. Il film è un'occasione per sentirle.
Se decideste di seguire questo tipo di genere documentario, quale sarebbe il prossimo politico che riprendereste da vicino?
Dall'inizio ci chiedevamo perché seguire un politico che fa la campagna elettorale, ce ne sono sin troppi e noi siamo sempre in campagna elettorale. Noi per il momento crediamo che Nichi sia, nella politica italiana d'oggi, un personaggio unico. Al momento non ci viene in mente nessun altro che possa interessarci. Dopo aver seguito lui, è difficile trovare qualcuno che possa attirare la nostra attenzione. Se mai dovessimo farlo, penso che non sarebbe facile ottenere lo stesso risultato e soprattutto creare la stessa atmosfera che si è creata con Nichi. Ci sono tanti politici, insomma, ma non hanno la carica, la forza, la sua umanità, quella che lo rende un personaggio interessante per un pubblico cinematografico.
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