Nightguide intervista i Bud Spencer Blues Explosion

Nightguide intervista i Bud Spencer Blues Explosion

Dopo quattro anni d'attesa, tornano con ''Vivi Muori Blues Ripeti'' i BUD SPENCER BLUES EXPLOSION, lo straordinario duo formato da Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio.
Si tratta di un album urgente e vitale, dal sound potente, registrato completamente in analogico dall'abile mano di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle. 
Per i testi hanno coinvolto alcune delle penne più interessanti del panorama indie rock italiano: Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Umberto Maria Giardini (ex Moltheni).
Dopo aver ascoltato e recensito il disco, Leslie Fadlon ha intervistato Cesare Petulicchio.
 


Ciao Cesare e complimenti per questo entusiasmante nuovo lavoro. Ma come è nato un disco come “VIVI MUORI BLUES RIPETI''?
Prima che nascesse siamo stati fermi per un po' e abbiamo fatto esperienze con altri musicisti - come è spesso accaduto in passato - finché con un po' di idee nuove ci siamo dati appuntamento in studio. Ma era già da quasi due anni che avevamo cominciato a scrivere nuovo materiale: abbiamo raggiunto un numero di pezzi incredibile e ne abbiamo scelto una parte, quella dal suono più soul. Li abbiamo raggruppati e sono usciti insieme, a formare questo disco.


E come mai questo titolo?
“VIVI MUORI BLUES RIPETI'' è un modo di dire americano (l'originale è 'Eat sleep blues repeat''), ripreso un tempo anche da FatBoy Slim. Noi, come abbiamo fatto in passato con altre cose, lo abbiamo semplicemente italianizzato, giocando sulle parole.


I progetti paralleli vi hanno influenzato?
Sicuramente, ogni altro genere musicale sperimentato ha dato la sua influenza sul nostro sound definitivo.


Per la scelta dei singoli come vi siete mossi?
''E tu'', il primo singolo, è molto simile al titolo, grazie alla ripetizione continua della domanda ''E tu?'', non ha un ritornello ed ha un groove martellante. Ci sembrava molto un ''blues di merda'' 2.0 un evoluzione ma molto collegata attorno al nostro sound, poi tutto gira intorno al giro di basso, la novità di questo disco
 ''Di fronte a te di fronte a me'' invece è molto soul, diverso dal primo singolo. Non abbiamo mai fatto uscire un brano così flow, quindi abbiamo scelto di accettare una nuova sfida.



Quali sono state le collaborazioni più divertenti fatte durante la creazione del disco? Quali ripetereste?
 
Beh, le vorremmo ripetere tutte. Abbiamo collaborato soprattutto dal punto di vista di testi e produzione: con Umberto Maria Giardini e Davide Toffolo per i primi e con Marco Fasolo per la seconda.
Fasolo ha una produzione molto incisiva e ha plasmato il sound finale.
È stato bellissimo lavorare con Umberto e Davide, anche perché li seguiamo da una vita: siamo fan dei Tre Allegri Ragazzi morti e  dei progetti odierni di Giardini e siamo stati fan del progetto Moltheni.
Vedere da parte loro una disponibilità così completa è stato incredibile e molto divertente: abbiamo fatto sentire loro le nostre pre-produzioni, e piacendogli, hanno deciso di scriverci dei testi. La bellezza di queste collaborazioni sta anche nella loro sincerità, dal fatto che non ci siano state forzature. Ed è sempre interessante confrontarsi con chi viene da mondi e generi diversi rispetto al nostro, per imparare e mettersi continuamente in discussione.


Visto il livello di raffinatezza sempre presente nei vostri brani, c'è un tempo standard entro il quale nasce ogni vostro pezzo?
 
I nostri pezzi nascono da improvvisazioni, che poi registriamo e su cui facciamo una sorta di copia - incolla. Il secondo singolo ad esempio - ''Di fronte  a te, di fronte a me'' - nasce dall'unione di tre basi, spezzettate e messe insieme. Cerchiamo  infatti di creare prima i suoni, di rintracciare l'anima dei pezzi, e poi in base a tonalità ed accordi decidiamo il tipo di testo da metterci su.


Quindi è nata prima la musica e poi i testi?
 
Assolutamente sì, prima la musica. Per questo disco poi, le pre - produzioni dei brani sono stati registrati tutti sul nastro - 8 piste - su cui si è parlato spesso di un ''buona la prima'' senza poter eseguire ulteriori intonazioni o quantizzazioni.



Quali sono i gruppi che ammirate di più nella scena rock contemporanea?
 
Ce ne sono moltissimi, servirebbero mesi per citarli tutti. Però, tra le ultime uscite, mi è piaciuto molto ''Felt'', l'ultimo dei Suuns e ''Sex and Food''  degli Unknown Mortal Orchestra.
Per quanto riguarda la scena italiana collaboro con Francesco Motta, che è per me uno dei migliori nel panorama attuale.


 
E gli artisti del passato che vi hanno ispirato?
 
Per questo disco in particolare, tutte le produzioni di Blake Mills, come gli Alabama Shakes, che ripesca tanto negli anni '70 ma è molto attuale.
E poi sicuramente i lavori di Jim James, il cantante dei My Morning Jackets.
 



Come sarà il tour, in partenza da Roma il 31 marzo?Avrete degli ospiti sul palco?
 
Gli ospiti che vorranno venirci a trovare saranno sicuramente graditi(ride).
Sul palco vedrete un bel po' di novità e una scaletta che riprenderà, per metà, gran parte del nuovo disco, e nella sua altra metà un po' della storia dei Bud Spencer Blues Explosion.


 
Sembra proprio che questi live non si possano perdere.
Ecco le date del “VIVI SUONA BLUES RIPETI TOUR”
 
31/03/2018  Roma Monk
01/04/2018  Cesena Vidia
02/04/2018  Molfetta (BA) Eremo
05/04/2018  Milano Santeria
06/04/2018  Brescia Latteria Molloy
07/04/2018  Torino sPAZIO211
13/04/2018  Napoli Galleria19
14/04/2018  Firenze Auditorium Flog
19/04/2018  Bologna Locomotiv Club
20/04/2018  Treviso New Age
27/04/2018  Fermo Heartz
28/04/2018  Perugia Urban


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