Nightguide intervista gli Entropia

Nightguide intervista gli Entropia

In concomitanza con il centenario della Rivoluzione d'Ottobre in Russia, gli Entropia realizzano '' October is Coming '', un concept album il cui linguaggio prevede l'impiego di strumenti elettro-acustici ed elettronici, un crossover di stili in bilico fra rock industriale e tribalismo elettronico in cui si inseriscono suoni, temi, voci, campionamenti provenienti dall'immaginario storico della fase storica narrata.
La Line up si compone di Amptek Alex Marenga (drum machines, electric bass, electric guitars, samples, synthesizers) e di Dr.Lops (synthesizers, samples, modular synths).
Li abbiamo intervistati.
 
 
Sta uscendo ''October is Coming'': come nasce un disco di questo genere?
R. Ogni nostro disco fa parte di un progetto preciso che coinvolge altre forme espressive ed è incentrato su un concept.
La Rivoluzione d'Ottobre è stato il primo grande evento della società industriale con impatti globali, la sua spinta ha avuto echi in ogni parte del globo. Le passioni che ha scatenato si sono protratte per un intero secolo ed hanno riguardato l'aspirazione a un mondo diverso ma anche a modi differenti di concepire la cultura e i suoi protagonisti. Non a caso ha scatenato la creatività di molti intellettuali ed artisti delle avanguardie, dai futuristi russi ai surrealisti francesi. Ci sembrava un anniversario difficile da ignorare.



Da dove proviene la scelta del vostro nome?
La scelta del nostro nome deriva dal secondo principio della termodinamica e lo scegliemmo nel 1997 perché evocava il caos che accompagna i processi di creazione e di trasformazione delle idee. Ci ispirò anche l'uso che si iniziava a farne nel mondo del business per indicare tutte quelle attività superflue che circondano un processo produttivo, tutte quelle eliminabili e la cultura nell'ottica del mercato è in effetti un qualcosa di eliminabile.
 
 
 
Quali sono le fonti di ispirazione del disco?
Convergono come sempre più idee musicali. Il fulcro è l'uso di sistemi tecnologici nel processo creativo, ma c'è anche il tentativo di piegare gli strumenti musicali tradizionali ai nuovi vocabolari timbrico-ritmici derivanti dall'impiego di effetti e sistemi elettronici. C'è un ossatura ritmica di tribalismo industriale che proviene dalle nostre incursioni, con i nostri progetti collaterali, nei territori della techno, del glitch e dell'electro ma, essendo un Entropia un progetto di contaminazione, ci immettiamo elementi di linguaggio industriale e noise. C'è anche la volontà di utilizzare frammenti sonori evocativi dei fatti descritti, ovvero cori dell'Armata Rossa destrutturati, la voce di Lenin granulizzata,  frammenti dell'Aleksandr Nevskij di Sergej Prokof'ev, campioni da registrazioni dei futuristi russi e cosi via.



 
Ogni pezzo parla di un avvenimento storico importante: qual è stato il più difficile da scrivere?
Il più difficile è stato l'ultimo movimento “The Winter Palace In October”. Da un lato si tratta di un brano che evoca un evento drammatico ma che assume una dimensione epica nell'immaginario collettivo come la presa della Bastiglia. Volevamo coniugare due emozioni diverse e chiudere la composizione con un'atmosfera di attesa. In un certo senso la presa del Palazzo è l'inizio di un salto verso un ignoto futuro che coinvolgerà il destino di milioni di uomini. E' un qualcosa di davvero complesso.
 
Il lavoro dedicato alle sonorità e agli arrangiamenti come è stato pensato e portato avanti?
 
E' dagli anni 90 che sonorizziamo, anche dal vivo, opere del cinema muto delle avanguardie, in testa pensavamo di farlo anche per “Ottobre” di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Ma poi abbiamo pensato di fare il contrario partire dalle musiche e adattarvi le immagini. Il lavoro sulle musiche è partito di getto, era importante centrare gli eventi chiave e le atmosfere su cui imperniare la costruzione narrativa ma usare un linguaggio omogeneo, un unico filo conduttore sonoro. Abbiamo usato questo metodo per evitare di cadere nella logica della sonorizzazione. La composizione, quindi, si espande come un brano di musica assoluta senza doversi piegare ai tempi di un filmato e potendo esplorare in modo esauriente le direzioni sonore che abbiamo scelto.



Come è portare il disco dal vivo?
Come sempre è un'operazione complessa. Ci sono parti preregistrate di sequencer sincronizzate ad un filmato che consiste in materiale d'epoca trattato digitalmente che segue il flusso narrativo della suite. La formazione di Entropia dal vivo è variabile, si avvale spesso di collaboratori esterni, nel disco Alex Marenga ha eseguito molte parti strumentali su vari strumenti che sarebbe impossibile eseguire contemporaneamente.  “October is Coming” dal vivo, come spesso avviene per Entropia,  è molto più dilatato ed è quindi una vera performance multimediale e non un semplice concerto.
 
Prossimi progetti?
 
Siamo in procinto di lavorare sull'interazione improvvisativa con una compagnia di danza contemporanea, un tipo di sinergia che abbiamo realizzato varie volte negli anni che darà luogo a vari eventi dal vivo.
Stiamo mixando in contemporanea il nostro nuovo album in studio “The Mechanized Eye” frutto di un lavoro, ormai seriale, di sonorizzazione delle pellicole delle avanguardie surrealiste, anticipatrici dell'estetica del digitale.
Abbiamo anche in standby una colonna sonora per un film, “L'Uomo nella Macchina da Presa”, di Michele De Angelis presentato allo scorso Fantafestival e un album dal vivo con Nicola Alesini, quindi molte cose in cantiere.


 
Tracklist
1. The Great War
2. Revolution in February
3. The April Theses
4. The Winter Palace in October
 
Video Mixed and edited by Alex Marenga
 
 

entropia, intervista, october is coming

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