Enrico Nigiotti e la salita che porta dritta al cuore della gente

Enrico Nigiotti e la salita che porta dritta al cuore della gente

Disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming “QUALCOSA DA DECIDERE” (Go Wild - Universal), il nuovo album d'inediti di ENRICO NIGIOTTI. L'album, che racchiude 10 tracce pop con forti contaminazioni blues, è stato anticipato in radio dall'omonimo brano con cui il cantautore toscano ha partecipato al 65 Festival di Sanremo.

Dal 4 maggio, inoltre, il cantautore toscano aprirà i concerti di HITALIA.ROCKS, il nuovo tour di GIANNA NANNINI, che, in 10 date, toccherà tutta la penisola.

Dopo il successo sul palco del Festival di Sanremo, ENRICO NIGIOTTI presenta il suo disco “QUALCOSA DA DECIDERE” (Go Wild/Universal) in quattro date instore. Le prossime lunedì 9 marzo alla Feltrinelli di Verona (via Quattro Spade, 2 - inizio ore 18.00) e mercoledì 11 marzo alla Feltrinelli di Roma (via Appia Nuova 427 - inizio ore 18.00).
Nightguide lo ha incontrato qualche giorno fa a Torino per farsi raccontare un po' del suo percorso.

So che hai partecipato al talent Amici, pentito di aver lasciato?
No, guarda il talent l'ho fatto parecchio tempo fa, nel 2009, quindi oramai è roba vecchia. Non mi sono pentito perché alla fine mi son comportato come sono io, insomma, ho fatto quello che mi veniva più naturale da fare, essere me stesso.
Anche se dopo c'è stato un momento di silenzio discografico, perché ho perso il contratto discografico per la mia scelta di lasciare il programma. È stato un periodo difficile che mi ha rafforzato e ora ho riconquistato tutto quello che dovevo riconquistare, quindi son contento.

Quali sono le differenze fra quell'Enrico e quello attuale?
Ora sono più forte, perché ho sofferto è come quando ti lasci con una persona e poi ne ricominci un'altra: ti senti più forte, perché hai già sofferto e sei più preparato. Quindi mi sento più preparto, più forte e poi sono cresciuto dunque sono più stabile, più sicuro in tante cose.

La chitarra è un oggetto che ti porti dietro come la coperta di Linus, è forse un modo per mascherare tue insicurezze?
Questo non lo so, in realtà è tutto cominciato con la chitarra quindi senza con l'asta davanti non riuscirei a cantare e mi suonerebbe un po' strano, mi sembrerebbe di andare in giro nudo.
E' il mio punto di forza come se fosse un pubblico che ti incita, con la chitarra alla fine non sei mai solo. Non avevo bisogno di una band, infatti, questo tour lo sto facendo da solo con la chitarra acustica e mi trovo benissimo.

Come è nato questo album?
E' un album scritto da me ed è nato in questi tre anni di fermo in cui cercavo di riprendermi da quello che avevo perso. Sono canzoni nate da emozioni molto forti, dalla voglia di riconquistarmi molte cose e dalla sofferenza, quindi, da sensazioni estremamente vissute ed estremamente forti.
L'album racconta un po' di tutto di quello che possono vivere i ragazzi della mia età, della mia generazione.

C'è una canzone a cui sei maggiormente legato?
Mah son tante, un po' tutte, forse “Ora che non è tardi”. È la canzone più giovane dell'album perché è quella che ho scritto per ultima, tipo due settimane prima che entrassi a registrare il disco ed è una canzone veloce, molto radiofonica come “Qualcosa da decidere”.



Invece, Chardonnay com'è nata?
Chardonnay è una canzone che è nata pensando a Piero Ciampi, livornese come me, che per me è stato uno dei più grandi poeti del Novecento. Per me c'è Pasolini, Piero Ciampi e De Andrè. Ha anche una storia molto difficile ed è nata così pensando a lui. L'ho chiamata Chardonnay come il vino e racconta di questo vecchio, questo uomo che vagabonda e si scontra con i giudizi delle persone. La sua filosofia è “io scelgo di fare questa vita, e basta, non è che devo fare pena a qualcuno.”
A volte l'emarginazione può essere vista in tanti modi, per me può essere più emarginata una persona che ha tanti contatti su facebook e poi magari non esce fuori di casa, che una persona che vive nella strada e si sente solo tra la gente, la folla.

Partirai presto in tour con Gianna Nannini, quando l'hai saputo che sensazioni hai provato?
E' stato bellissimo perché è una notizia arrivata dopo aver firmato il contratto con l'Universal, mentre scrivevo il disco è uscita fuori “Qualcosa da decidere”. L'avevano proposta a Sanremo ed era stata scelta.
Son andato in Feltrinelli a vedere Gianna che presentava il disco, mi son messo lì a studiarla, ascoltando le interviste e ho portato il mio cd dove c'erano un po' le bozze, l'embrione dell'album, e l'ho dato chiedendole se potevo aprire i suoi concerti e poi lei ha accettato. E' stata molto carina, mi è stata vicina anche a Sanremo, mi ha chiamato prima dell'esibizione e mi ha anche invitato alle prove a porte chiuse della sua esibizione all'Ariston. Eravamo io e tutto il suo entourage, quindi mi sentivo un privilegiato anche un po' un vip diciamo (ride).
E' bella (la notizia), lasciando perdere il fatto dell'orgoglio, che c'è, alla fine in Italia c'è Vasco Rossi e Gianna Nannini, quindi aprire Gianna Nanni è una cosa enorme per un giovane. Questa esperienza sarà anche una palestra enorme perché sono con la chitarra acustica da solo davanti a ventimila persone. E' un po' da pazzi comunque vada sarà una bella cosa.

Ovviamente i progetti prossimi saranno il tuo tour, ma tra cinque anni come ti vedi?
Spero sempre con un contratto discografico a fare un'intervista con te, magari, a parlare del progetto. Io voglio fare questo di lavoro e voglio riuscire ad avere le possibilità per farlo, quindi è logico che penso ad un successo. Un successo vero non immediato, non con le classifiche, ma con le persone: fare dischi e venderli, piano piano. Ora siamo agli inizi ed è normale che sia tutto in salita, però io la salita la conosco molto bene nella mia vita e fare una salita con un contratto discografico, con un album e il fatto che tra due mesi andrò ad aprire Gianna Nannini è una salita che tutto sommato risulta piacevole. Sono molto contento.

Riusciresti mai a mettere da parte questa anima cantautoriale per diventare un interprete?
Mah, diventare solo ed esclusivamente un interprete, no per me penso sia impossibile. Però  se son belle io non ho l'egoismo o la presunzione di dover cantare solo cose mie, ovviamente finché avrò la mano che funziona io scriverò e canterò pezzi miei. Penso che se un giorno non sarò più capace di scrivere, perché non ho più idee, farò tranquillamente un altro lavoro come già stavo incominciando a fare.
L'obiettivo è fare quello che mi rende felice, però devo essere capace di farlo. Fino a quando riuscirò a scrivere canzoni farò questo lavoro, quando non le saprò più creare sarà inutile che mi proponga di fare una cosa di cui non sono più capace. Posso cantare le canzoni di altri ma non mi sento un interprete.

Enrico Nigiotti sul web:
www.enriconigiotti.it
www.facebook.com/enrico.nigiotti.7?fref=ts

Intervista e foto a cura di Martina Caruso

enrico nigiotti, gianna nannini, hitalia.rocks, qualcosa da decidere, sanremo 2015

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