Michel Cleis e la sua house music dall'anima latina

Michel Cleis e la sua house music dall'anima latina

Nato e cresciuto nella Svizzera italiana, Michel Cleis parla 5 lingue e si è formato musicalmente ascoltando di tutto, da Miles Davis e John Coltrane ai Beatles o a Lucio Battisti. Mentre studia a Losanna, è testimone dello sbocciare dell'House music con artisti come Adamski, Robert Owens e Kid Bachelor. Nel 2008 Luciano ascolta un suo disco che sfugge alle classificazioni; una miscela sinuosa di battiti latini, ritmica tribale ed un'indimenticabile cantato spagnolo. Era “La Mezcla”, il pezzo che ha consacrato Michel Cleis tra gli astri del clubbing mondiale.
Nightguide lo ha intervistato.

NG. Cominciamo dagli esordi. Nella tua bio si legge che hai “scoperto” di avere la stoffa del producer in modo fortuito, tramite il tuo incontro con Luciano.
MC: Avevo una grossa collezione di dischi, per cui ho iniziato a fare il dj più che altro per divertimento, per mettere musica con un po' di amici, bere birra insieme a loro. L'incontro con Luciano è nato grazie alla sua manager, che è una mia amica e che gli ha fatto ascoltare alcune mie produzioni. Ad un anno dal nostro primo incontro è uscito il mio primo disco con la sua etichetta.


NG: Cos'hai pensato nel momento in cui ti si prospettavano nella mente le nuove direzioni che poteva prendere la tua vita? O hai deciso semplicemente di godertela?
MC: Per il mio primo disco ero semplicemente felice di aver avuto la possibilità di leggere il mio nome su un disco in vinile. È sempre rimasta una passione, anche se poi è diventato un “mestiere”, con a volte il suo carico di stress!


NG: La tua musica è molto tribal, permette di perdersi in viaggi mentali che trasportano in ambientazioni tra l'onirico e il selvaggio. Cos'è che ti ispira, come si arriva a cercare quel tipo di suoni e trasportali in musica?
MC: Per questioni familiari mi sono avvicinato alla musica latina, avevo poi un'amica metà svizzera metà colombiana e ho avuto modo di viaggiare in America Latina. Sono probabilmente stati questi viaggi ad avvicinarmi a quel tipo di musica. Mi sono reso conto che avrei potuto far qualcosa con quelle ritmiche, integrandole benissimo in pezzi da club.


NG: Ed è da qui, quindi, che nasce la tua hit mondiale “La Mezcla” che di conseguenza ha reso celebre il format “Vagabundos”.
MC: Vagabundos è un progetto creato da un team di dj e sicuramente “La Mezcla” è stato un traino importante.


NG: Fa un po' strano accostarsi a questi ritmi molto esotici pensando però che derivino da un producer di origine svizzera!
MC: E' vero (ride)! E vuol dire che alla fine nella musica non ci sono troppe regole! Parlavo di questo argomento giorni fa con un mio amico tedesco, che mi raccontava che il batterista attuale di Bruno Mars suona in America ma è un germanico. Probabilmente per quel tipo di progetto la norma sarebbe stato un batterista di colore, in realtà come vedi non ci sono più frontiere. Non so da cosa possa dipendere, è avere “orecchio”. Ho anche molto pubblico nei paesi latini, ed è anche questo un aspetto interessante, divertente. Sono svizzero, ma magari ho qualche origine della quale non sono a conoscenza (ride)!


NG: Facendo parte della “hold school”, adesso che vanno così di modo tanto dj “teen”, vorrei sapere dall'uomo più che dal dj: come vedi cambiato l'audience dal tuo esordio ad adesso; noti che sia cambiato anche chi si accosta alla tua musica, e in che modo?  
MC: Dipende sostanzialmente dai club. Ci puoi trovare gente che ascolta musica commerciale, o gente a cui non importa andare nei club se non per il “prodotto” musicale che ci trova. Non mi sembra che la clientela sia veramente cambiata, forse è cambiato il modo di ascoltare la musica più che la gente. Come sia cambiato è difficile da dirlo. Troviamo sempre l'appassionato di musica underground, non mi sembra ci sia stato un enorme cambiamento.

NG: Assistendo a numerosi djset in questi anni, balza all'occhio come ci siano delle differenze anche tra dj stessi, tra chi suona con vinili, chi suona la sua musica, chi semplicemente usa una chiavetta o un mouse.
MC: Non la vedo una cosa così grave, l'importante è che la gente balli e si diverta! Magari c'è gente che già sa cosa va ad ascoltare, e poi ci sono quelli che sono lì giusto per bere qualcosa. Il pubblico è sempre stato vario! Mi sembra che sia sempre stato un po' così.

NG. Ultimissima domanda: come dj cosa preferisci nelle varie situazioni? Vedere che la tua musica prende il controllo della pista, o che la pista ti aiuta a perderti, a ispirarti?
MC: Il fatto di dare una certa energia alla pista e quindi riceverne è una comunicazione, uno scambio. Non c'è una cosa che preferisco. E' chiaro che è molto piacevole ricevere energia, ma se non ne dai è anche molto difficile riceverne. E' un po' la stessa partita.

Intervista a cura di Luigi Rizzo e Angela De Simone
 
 
 

la mezcla, MICHEL CLEIS

Articoli correlati

Interviste

Intervista a Ivan Nossa, autore del manuale “La Legge di Attrazione per Principianti”.

10/04/2024 | Bookpress

Ivan nossa è uno scrittore e divulgatore; la sua passione per la crescita personale e la ricerca interiore lo portano a quarantasette anni a cambiare completamente perco...

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

Interviste

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo “La Ragazza che abbandonò il Destino”.

07/03/2024 | Bookpress

Alessandro niccoli è nato a s. Miniato nel 1968 ed è un avvocato e scrittore. Da sempre si batte contro le discriminazioni, e in favore dell'ambiente e degli animali; i...

424677 utenti registrati

17084562 messaggi scambiati

17583 utenti online

28010 visitatori online