"10 minuti" con Manuel Rinaldi: senza bluff per le strade della musica

"10 minuti" con Manuel Rinaldi: senza bluff per le strade della musica

Manuel Rinaldi è un cantautore emiliano originario di Guastalla, paese in provincia di Reggio Emilia, quella zona della bassa reggiana che sorge proprio accanto alle rive del fiume Po. Amante di un cantautorato italiano che lui definisce un po' "fuori dagli schemi”, come Vasco Rossi, Franco Battiato e Rino Gaetano (artisti in cui si è spesso rispecchiato e che hanno influenzato la sua produzione), Manuel Rinaldi imbraccia la sua prima chitarra già da bambino, e da lì la musica lo accompagna per tutto il suo percorso. “10 Minuti” è il suo nuovo disco, disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming, anticipato dal primo singolo “Cioccolata”, già in rotazione radiofonica.

“10Minuti” ha sonorità brit-rock e testi caratterizzati da una spiccata dose di provocazione e ironia, e in cui la melodia orecchiabile si affianca al sound più ruvido della chitarra di Manuel. L'album contiene canzoni dirette e immediate che trattano tematiche di vita quotidiana e di introspezione; si spazia dalla ricerca di certezze all'amore di un padre verso la figlia, dalla rabbia e insoddisfazione alla necessità di darsi da fare senza piegarsi ai compromessi.

 
Da Nightguide abbiamo fatto a Manuel qualche domanda sul suo ultimo lavoro:


NG: Partiamo da quello che è immediatamente visibile da “10 minuti”: la copertina. Mani sul volto a nascondersi dal mondo, o come rifiuto di vedere quello che ci circonda?
M: Mani sul volto per estraniarmi 10 minuti da quello che mi circonda perché mi ha stancato. Solo 10 minuti per respirare, fare delle domande, per prendermi il mio tempo; però poi ritorno a guardare il mondo dritto negli occhi perché voglio che mi ascolti e voglio che senta quello che ho da dirgli, voglio che veda che ci sono e che ho delle domande e delle critiche (costruttive) da fargli.


NG: Nel comunicato si legge delle tue ispirazioni al cantautorato italiano classico. Secondo te oggi si può ancora sperare che la tradizione qualitativa di quel periodo rimanga intatta, o si sta assistendo a una degenerazione troppo “commerciale”?
M: Sicuramente stiamo assistendo a un periodo particolare della musica italiana. Indubbiamente c'è qualcuno che vuole lobotomizzare il cervello della “massa” facendogli entrare con un imbuto fin che c'è spazio prodotti confezionati perfettamente, come in catena di montaggio, con generi e cliché talmente standardizzati da essere vecchi e obsoleti dopo un mese, e con scadenze che non arrivano a una stagione...a me piace definirli i cosiddetti “bluff”. C'è però una buona fetta di Artisti in Italia che vanno avanti per la loro strada, che hanno qualcosa da dire e lo fanno alla loro maniera, che se ne fregano di quello che trasmettono le radio e le televisioni e ogni giorno si conquistano una fetta di mercato...ecco, quelli sono il futuro e prima o poi l'ascoltatore medio se ne accorgerà.


NG: Nel tuo passato ci sono diverse esperienze in band. Come hai preso la decisione di tornare a essere te stesso e ripartire come solista?
M: Suonare nelle band è un percorso indispensabile perché contribuisce a formarti come artista e ti fa prendere confidenza con il palcoscenico. Quando però devi cercare di seguire l'obiettivo comune e ti devi relazionare con “teste” differenti non è facile, tant'è che la maggior parte delle “band si sciolgono” (come diceva Luca Carboni in un suo brano). Nel mio caso, ero arrivato a un punto in cui ho visto svanire nel nulla gli sforzi di lunghi anni, stavo toccando il cielo con un dito e poi all'improvviso tutto è crollato (parlo dell'esperienza con i “Pupilla” e il contratto discografico con la EMI). Così, le alternative erano due: continuare a suonare nella band facendo cover, o seguire la mia strada da solo; la prima opzione era improponibile quindi ho scelto la seconda e mi sono detto: “ se devo affondare lo faccio con le mie mani facendo quello che mi piace, le cover le lascio agli altri”...e così è stato, sono andato avanti per la mia strada e ho fatto bene.


NG: Com'è fare musica nell'epoca dei talent show?
M: Per me è molto semplice, è la cosa più semplice del mondo, so perfettamente quello che NON devo fare! ;)

NG: Nei tuoi brani tanta ironia ma anche tanta critica (penso soprattutto a “L'Alternativa” o “Ego - sistema”). Qual è il messaggio?
M: “L'Alternativa” è un brano che butta fuori un po' di rabbia per tutto quello che oggi mi ha stancato...perché quando tiri la corda prima o poi si rompe! Quindi c'è sempre un'alternativa nella vita, basta cercarla e volerla, potresti essere proprio tu se sei interessante e susciti curiosità...ma, se resti nella mediocre banalità, se non hai niente da dirmi, se non sei leale e sei talmente a terra che non sai neanche fare un gin-tonic, allora mi hai davvero stancato e non rimango lì impassibile a farmi andare bene le cose per forza, ma vado a cercarmi l'alternativa. Ecco questo è il senso, c'è sempre un'altra strada, basta cercarla.
“L'Ego-sistema” invece fa riferimento a quei momenti di difficoltà che hai nell'affrontare la vita là fuori, perché spesso è dura e ti mette alla prova e, quando ti trovi da solo ad affrontare i problemi e non vuoi o non puoi chiedere un aiuto o un consiglio, ti devi rifugiare in te stesso e guardarti dentro fino a ricercare quel modo che ti faccia sentire al sicuro, quel sistema che ti protegga e ti dia una mano, per l'appunto l'Ego-sistema.


NG: Secondo te, si può “usare” il potere della musica per cercare di migliorare la società?
M: La musica è uno strumento di aggregazione e deve servire per avvicinare le persone e non allontanarle, quindi credo che attraverso di essa possano arrivare messaggi importanti. Il bello della musica è che ognuno si può identificare in una canzone come crede e può trovare la “sua strada” in base all'interpretazione soggettiva che dà a un brano; per questo sì, anche una canzone può essere in grado di migliorare parecchie cose.


NG: Qual è il brano che ti rappresenta di più? Indifferentemente tuo, o di una tua icona.
M: Un brano a cui sono molto legato è “l'Alternativa”, perché rispecchia proprio un momento, uno stato d'animo mio, di insofferenza e voglia di trovare un'alternativa a tutto ciò che qualcuno o qualcosa ti vuole in qualche modo far credere a tutti i costi o ti vuole propinare per “vero”. C'è sempre un'alternativa e se sei così stanco della condizione in cui stai vivendo fai una scelta e trova la tua strada.


NG: La classica domanda di fine intervista: progetti per il futuro? Live?
M: Il progetto live lo sto programmando proprio in questo periodo, giusto perché sono molto legato al fatto di poter suonare la mia musica dal vivo. Nello stesso tempo non voglio “farlo a tutti i costi” o farlo  perché quando esce un album la prima cosa che il pubblico si aspetta è un tour. Devo trovare le condizioni che mi trasmettano l'energia giusta per far arrivare al mio pubblico le mie canzoni...ci sto lavorando, quindi questo 2015 porterà sicuramente delle sorprese.


Intervista a cura di Angela De Simone


Foto Credists: Maurizio Montani

Manuel Rinaldi su internet:

http://www.manuelrinaldi.it
www.facebook.com/manuelrinaldiofficial
twitter.com/ManuelRinaldi
instagram.com/manuelrinaldi
www.youtube.com/user/manuelrinaldimusic

10 minuti, manuel rinaldi

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