Intervista ad Alessandro Niccoli, autore dell’intensa opera “Nafis e i corridoi colorati”.

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore dell’intensa opera “Nafis e i corridoi colorati”.

Alessandro Niccoli (S. Miniato, 1968) è un avvocato e scrittore. Ha condotto molte lotte per preservare l'ambiente da progetti di cemento, dalla diffusione di diserbanti e veleni della locale industria. Nel 2019 pubblica “L'odore delle Rose” per Europa Edizioni; nel suo secondo libro, "Nafis e i Corridoi colorati" (self-publishing, 2021), narra la storia del grande amore per la natura di un ragazzino di tredici anni, e della sua rivolta pacifica contro lo sfrenato consumismo e l'insensato sfruttamento delle risorse dell'ambiente.
 
 
Descrivici il tuo libro Nafis in poche parole.
Il libro "Nafis e i Corridoi colorati", è la storia di un sogno e allo stesso tempo, un viaggio, una via di fuga di un ragazzo, “Nafis”. Nafis intraprende un percorso alternativo e così riesce a riprendere un contatto reale e autentico con la vita, con sé stesso e con gli altri, con l'ambiente e con tutti gli esseri viventi; un percorso fatto di infinite esperienze e riflessioni che accompagnano chi legge sulla sua strada, quella della consapevolezza. Nafis ha la particolarità che i suoi occhi cambiano colore con la luce e col verde della natura; quando ciò accade esplode la sua fantasia e nascono storie e prese di posizione, a volte anche ciniche e di ribellione contro un sistema sbagliato, verso un rinnovato sentiero, ripulito dai condizionamenti tipici della nostra società consumistica.Il cammino è fatto di costanti confronti e dialoghi, sempre a contatto con la natura (che sarà una grande protagonista del libro) nei suoi aspetti più inesplorati; troviamo il ballo nei boschi, la meditazione, le riflessioni con gli amici sui molti aspetti più profondi della vita, per giungere a viverla al meglio, in un mondo diverso, quello che vedono Nafis e i suoi amici; il tutto nella ricerca e nel riappropriarsi delle migliori potenzialità offerte dalla mente, dal cuore e dal corpo.
 
Cosa significano per te i "corridoi colorati" della storia?
I Corridoi colorati sono il frutto della fantasia di Nafis, e gli hanno permesso di dare impulso per scegliere una vita migliore, per il suo cammino. Nafis li intravede la notte in sogno, li elabora e li perlustra insieme al suo amico “Silenzio” (altro protagonista del libro). Nei Corridoi colorati Nafis vi trova le sue vie di fuga verso una vita piena e autentica. Cammina attraverso questi corridoi anche a testa in giù, ci sono tante finestrelle colorate fatte a forma di rombo, e all'apertura di ognuna di queste vede, al di fuori, diversi incantevole paesaggi verdi, lontano dalla città fumosa dove viveva.  Esplode la sua fantasia, immagina e vede cose da fare. Giorno dopo giorno le realizza... lascia la città e iniziano le storie.
 
Parlaci di come hai scelto i personaggi del romanzo.
Nafis è un personaggio di fantasia, che trae solo qualche piccolo spunto dalla mia esperienza personale (ma non è autobiografico), poi troviamo Enea; ho preso spunto da un personaggio che conosco nella realtà, molto particolare che suona e vive sulla via francigena producendo formaggio caprino. Nel libro è un ragazzo di pochi anni più grande di Nafis e con lui si confronta spesso di questioni profonde. Troviamo Danit, nata dalla pura fantasia, anch'essa amica di Nafis, la quale vive nei boschi col suo cavallo, personaggio forte, di riferimento; non parla, suona solo un flauto (da lei costruito), i suoi occhi parlano della sua anima. A volte fa tappa da Nafis presso la sua casa nel bosco, ove è andato a vivere dalla nonna e con lui e i suoi amici organizza varie esperienze, come il bagno nei boschi. Altri personaggi, come Fabrizio, citato anche in bibliografia, sono reali. Fabrizio è passato alle cronache per le sue particolari avventure in difesa degli animali dal bracconaggio, dalla siccità, dall'estinzione, vissute in un parco nazionale ove è andato a vivere; boicottato dal sistema e da leggi sbagliate, viene trascinato in Tribunale e combatte un sistema di leggi che non permette ad un cittadino di vivere nella natura, mentre permette la costruzione di impianti sciistici, lottizzazioni e cementificazione. Combatte con tutte le sue armi, divulgazione, petizioni, raccolta fondi e altro. Poi ci sono i personaggi dell'aldilà, i parenti e gli amici che Nafis ha perso, come Lorenzo o lo zio Vincent, con i quali riesce a dialogare in sogno, e con la meditazione, grazie all'aiuto del suo amico “Silenzio”.
 
Da quanto tempo avevi in mente questo progetto?
Il progetto nasce intorno al 2018 quando scrissi il I e il II capitolo durante una notte in dormiveglia, mentre mi stavo addormentando e immaginai i corridoi colorati, il personaggio e il nome: Nafis. Quindi accesi decisi di non addormentarmi e accesa la luce, scrissi i primi due (di 21) capitoli: 1. Il mio nome è Nafis, 2. Nafis e i Corridoi colorati.
Dopo di che il progetto, nonostante lo elaborassi nel tempo nella mia mente, si è arenato, a causa del lavoro di promozione del I libro con Europa Edizioni: L'odore delle Rose, e a causa dei miei impegni lavorativi.
 
La pandemia ha influenzato lo sviluppo del libro? In che modo?
Si, quasi totalmente, al di là dell'ispirazione che nasce prima, con il lockdown ho ripreso la penna in mano, ed è ripartita l'ispirazione su Nafis..., due mesi interi a scrivere 12 ore al giorno, con pause dedicate alla corsa nei boschi della mia zona, mangiare e al dormire. Poi la fase dell'editing con la naturalista Anna Vannucchi è andata avanti per 8 mesi, durante i quali sono nate storie nelle storie, e i capitoli sono cresciuti, fino a snervare la editor. L'ispirazione è nata dal silenzio (il Silenzio, come accennato, diverrà amico principale di Nafis), ma anche dall'esplosione della natura liberata dallo smog e dai rumori, dagli animali che si avvicinavano ai centri abitati, dalle energie che riuscivo a percepire grazie a tale incredibile, nuovo stato di cose... il lockdown.
 
Qual è il messaggio principale di Nafis?
Nafis trascina con sé il lettore nel vivere in pieno la vita, ascoltando sé stesso (ascolto spesso dimenticato da tutti noi), attraverso il ritorno ad una vita semplice, alimentazione vegetariana e sana nel rispetto dell'ambiente e degli animali, con i quali riesce poi ad instaurare un contatto importante (molte sono le avventure insieme, sino alla scoperta della telepatia). Nafis pratica e trasmette al lettore (questo è il messaggio), la voglia di sperimentare la vita, con l'ascolto, lo studio di antiche pratiche di meditazione, il cammino nei boschi, l'abbraccio della natura, l'ascolto della sua sinfonia, fino a riscoprire l'essenza e la potenza del proprio corpo e della propria mente, nella sua massima potenzialità. Il messaggio è quello di cercare di cancellare i condizionamenti sociali e riprendere in pieno in mano la propria esistenza, i propri desideri e i propri sogni. In modo da viverla al meglio, nei suoi misteri, sentimenti e potenzialità, non come un problema.
 
Nel testo si mescolano diversi generi, come la poesia ad esempio. Perché hai deciso di includere differenti stili?
I diversi stili che ho inserito nel testo, come le poesie che Nafis racconta agli amici per farsi capire quando non riescono a seguirlo nei suoi ragionamenti, sono finalizzati ad offrire un migliore sviluppo della comprensione e della fantasia, attraverso la musicalità delle parole. Questo è lo strumento che Nafis usa, dichiarandolo apertamente agli amici quando non riescono a capirlo.
 
Ricordi cosa hai pensato nell'esatto momento in cui hai finito di scrivere Nafis?
Si, certo... momento molto bello, dopo aver creduto più volte di aver finito, capitolato poi nella rilettura e aggiustamento di un capitolo, sono giunto alla fine al momento di aver visto la perfezione, il compimento del viaggio... tutto era completo; una grandissima soddisfazione per la fine di un lavoro enorme, un viaggio anche per me, ma viceversa molto faticoso, una liberazione, una sorta di rinascita. Da quel momento ho iniziato una nuova vita, e paradossalmente molte cose che faccio, situazioni che creo, pratiche che metto in atto, principi che rispetto, derivano dalla guida e dal percorso di Nafis. Non riesco a tradirlo, mi va di esplorarlo.
Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo ecologista “Nafis e i corridoi colorati”.
 
Alessandro Niccoli è nato a S. Miniato nel 1968; il suo interesse per i beni comuni lo ha spinto a fare l'avvocato. Nel 2019 pubblica “L'odore delle Rose” per Europa Edizioni, mentre il suo secondo libro del 2021, "Nafis e i Corridoi colorati", è interamente autoprodotto. Nella sua ultima opera, disponibile anche nelle lingue inglese e spagnola, sia in cartaceo che in ebook e audiolibro, si presenta la storia di un ragazzino ecologista e del suo affascinante viaggio nei misteri della Natura.
 
 
Da cosa nasce l'idea di scrivere un libro con un adolescente come protagonista?
Perché un adolescente può spiegare certe cose in modo incredibile a noi adulti che le abbiamo dimenticate. Gli occhi dei giovani sono trasparenti e puliti, incontaminati dai dettami sociali, possono vedere cose che gli adulti non riescono più a vedere e a capire. I valori, i principi e le esperienze formative espresse da un ragazzo possono quindi ben arrivare ai giovani attraverso il loro linguaggio, e questo alla fine è un primo obiettivo. Poi, i significati intrinseci possono essere letti tra le righe anche dai meno giovani, che certamente potrebbero aver bisogno di recuperare un'ottica dimenticata a causa della vita imposta dalla nostra società, ma essenziale, e questo è il II obiettivo del libro.
 
A chi consigli la lettura del tuo libro?
La lettura del libro è consigliata ad un pubblico che va dai 14 anni sino all'età matura, è rivolto a tutti coloro che vogliono crescere in consapevolezza, vivere al meglio la propria vita, recuperare la riflessione, liberandosi da schemi nocivi, cominciare a porsi domande, e poi iniziare ad assumere comportamenti positivi, per la piena realizzazione del sé in totale armonia con un mondo dimenticato e meraviglioso, che necessita protezione.
 
Il romanzo è disponibile in tre lingue. Perché questa scelta?
Il libro non ha limiti geografici e culturali, è ambientato nel sud dell'Europa, percorre le storture di una società capitalistica e consumistica, per fuggire da esse. La scelta delle tre lingue è stata uno sforzo che ho ritenuto necessario, dati i temi trattati, che ritengo di grande attualità e interesse per tutti gli abitanti della terra. Il mio obiettivo, che poi è l'obiettivo di Nafis, è quello di trasmettere un messaggio a tutti coloro che vogliono e che possono ascoltare (leggere). Al momento, i più grandi risultati di vendite li trovo in Italia, data la mole di narrativa che esiste in lingua spagnola e inglese, ma ho recentemente riscontrato un buon inizio di vendite in Australia, America, e soprattutto in India.
 
Quali sono gli autori che hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Il mio stile, sinceramente, penso sia personalissimo. Scrivo solo quando c'è l'onda che cresce, quando qualcosa non mi torna, o un'emozione cresce a dismisura, alternando avventura, contestazione, riflessione, dialoghi, sogni e poesia. Le riflessioni sono una sorta di analisi psicologica che tutti potremmo fare. Quindi scrivo solo quando mi arriva qualcosa dal cuore, una riflessione spontanea, dovuta ad un'esperienza, buona o brutta che sia, e allora la penna viaggia da sola, calcando ogni tipo di onda, mossa quasi da un'esperienza collettiva e personale. Quando frequentavo le scuole medie, non studiavo molto, passavo le giornate a vagare nelle campagne toscane, spesso con la macchina fotografica a rullino; a volte mi introducevo in treno nella vicina di Firenze, che però non mi lasciava un granché nell'anima, se non per la scuola di Teatro. A scuola non avevo quindi risultati soddisfacenti, i professori si lamentavano (la solita frase: potrebbe fare molto meglio), tuttavia la professoressa di lettere disse a mia madre: “Alessandro diventerà uno scrittore”. Posso dire che gli autori che mi hanno molto colpito sono principalmente la Fallaci, Terzani e Coelho.
 
Potremmo definire il tuo book-writing come una commistura di differenti stili?
Forse vi si possono trovare vari stili, ma ripeto, la linea che seguo in ogni frase è quella di analizzare realtà e sentimenti attraverso forme e parole incastonate in modo da poterne estrarre l'essenza, più che nella realtà stessa; un'operazione chirurgica che non può rifarsi ad altri stili, se non ad un proprio personale sentiero. Ciò porta allo scopo principe: dare un messaggio a me stesso, e poi solo di riflesso agli altri, facendo riflettere e anche divertire, attraverso ogni possibile strumento: la rima, i paradossi, la tragedia, l'amore.
 
Se dovessi consigliare una colonna sonora da abbinare alla lettura del tuo libro in sottofondo su quale artista (o genere musicale) ricadrebbe la tua scelta?
Una colonna sonora ideale per questo libro, che mi ha anche ispirato nella sua stesura, la possiamo trovare nelle canzoni di Nessi Gomes e di Danit; tale ultima artista ha ispirato la nascita del personaggio “Danit” che compare nel viaggio di Nafis, e che sarà la protagonista del mio III libro, in fase di lavorazione. Ascoltandole durante il periodo della lettura il lettore potrà sicuramente entrare pienamente nel mondo di Nafis. Vi si trovano ottimi strumenti musicali che richiamano i paesi andini, ottime voci, ottimi testi che portano a sognare le parole del vento e della natura, ottima empatia tra i musicisti.
 
Chi ha illustrato la copertina di Nafis? Come mai hai scelto proprio questo disegno?
L'illustratrice è una ragazza della mia zona che si chiama Sara Panicci, ha studiato Belle Arti a Firenze. Con lei ho fatto teatro, insieme ad una compagnia che fa Teatro sociale (Tra i Binari); mi piaceva molto la sua semplicità, il suo modo di vedere le cose e di disegnare. Quando le ho parlato del progetto è rimasta entusiasta e ha subito buttato giù delle bozze; poi i 21 disegni dei 21 capitoli sono nati di pari passo con i capitoli stessi (ancora da editare); Sara leggeva un capitolo appena nato e creava la dimensione e l'essenza del viaggio di Nafis.
 
Hai iniziato a pubblicare pochi anni fa. Che ruolo ha avuto ed ha tuttora la scrittura nella tua vita?
Ho sempre scritto per esternare concetti complessi un po' come rifugio, analisi, svago o per comunicare i miei pensieri dall'età di 20 anni. A quei tempi scrissi due storie che furono pubblicate con grande enfasi. Circa 10 anni fa ho ricominciato a scrivere storie, da lì ho vinto un premio in un concorso nazionale indetto da “Del Bucchia editore”, con il racconto “Camminano il tuo spirito sognai”, poi pubblicato insieme ai primi classificati nel libro: “I racconti della Via Francigena”. Tale storia è stata in seguito da me inserita insieme ad altri racconti nel libro: L'odore delle Rose” con Europa Edizione (ed. 2019). Scrivere è come camminare o correre nei boschi, mi da aria e nuove scoperte; stare a lungo senza farlo mi provoca senso di oppressione.
 
Progetti per il futuro?
È partito dopo 3 mesi dalla pubblicazione di Nafis, il progetto “Danit”, che è l'amica di Nafis stesso (una sorta di sequel); un personaggio molto forte del libro “Nafis e i Corridoi colorati”, che in un capitolo si rende protagonista, poi ricompare in altre vicende, in altri capitoli, lasciando però col fiato sospeso in quanto non si fa conoscere molto bene. Quindi l'estate trascorsa mi sono ritirato in mezzo ad un bosco, ove un'associazione di tutela cavalli maltrattati (IHP) tiene molti cavalli, ed è partita la stesura di Danit. Sono a buon punto, circa 4 capitoli scritti; per adesso sono immerso in questo progetto, ma la fase di elaborazione richiede molto raccoglimento, tempo, e analisi di realtà attuali sovrapposte l'una all'altra, prima ancora della fase della scrittura. Per cui posso dire che Danit è il mio progetto per il futuro.
 
 
Contatti
https://alessandroniccoli.blogspot.com/
https://www.instagram.com/alessandro_niccoli_author/
www.nafisbook.com
 
Link di vendita online
https://www.amazon.it/Nafis-Corridoi-Colorati-Alessandro-Niccoli/dp/B08TFFF9CG/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=
 
 
 

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