Nightguide intervista Blanco White

Nightguide intervista Blanco White


Blanco White è un musicista che unisce il mondo in una sola persona: Spagna, Regno Unito, Sud America e Africa si fondono in Samara, il suo ultimo singolo, mentre il suo disco di debutto è uscito il 5 Giugno 2020 e si chiama On the other side. Blanco White ha girato il mondo per imparare la musica andina e africana, mente il Flamenco spagnolo lo segue da quando è piccolo: unire tutto questo in un disco gli è uscito naturale, e la chiave di lettura è l'oceano Atlantico e tutti gli intrecci che sono avvenuti fra le sue acque. Blanco White presenterà il suo disco a Ottobre alla Union Chapel di Londra.





Sei un musicista inglese, ispirato dalla musica africana, innamorato della Spagna e del Sud America: da dove viene questo mix geografico? Come hai conosciuto tutti questi luoghi, stili e diversi tipi di musica? E come si uniscono?
Prima di iniziare questo progetto volevo esplorare alcune tradizioni musicali che mi erano meno familiari e, allo stesso tempo, imparare lo spagnolo. Questo è ciò che mi ha portato prima in Spagna poi in Bolivia. Avevo imparato un po' di chitarra spagnola da ragazzino e volevo riconnettermi con quello stile, ma crescendo non avevo mai ascoltato il Flamenco. Vederlo dal vivo a Cadiz, in Andalusia, per la prima volta è stata una scoperta enorme per me. Sono stato spazzato via dalla maestria e l'emozione delle performance e ha davvero espanso ciò che credevo fosse possibile dal punto di vista ritmico.
In Bolivia sono andato alla ricerca dello strumento andino che si chiama charango, uno strumento che ho sentito per la prima volta da bambino: quando avevo circa dieci anni i miei genitori si presero un anno sabbatico e abbiamo viaggiato con le mie sorelle per qualche mese in Sud America. Quest'esperienza è stata un'enorme influenza per me e mi ha regalato la fascinazione per il mondo che parla spagnolo. E' stata anche la prima volta che ho sentito la musica folk andina: ho voluto tornare indietro ed esplorare quella bellissima tradizione musicale da allora.
La musica africana è diventata un'influenza sempre più forte e, anche se amavo artisti come Ali Farka Tourè crescendo, ci sono state scoperte più recenti come i Tinariwen e la Dur-Dur band che, via via, sono diventate sempre più importanti. Credo che ciò che unisce questi diversi stili sia che si fondono con l'Atlantico come spazio culturale. Voglio dire che sono stati influenzati e forgiati dagli scambi culturali che sono occorsi attraverso questo oceano.
Sono affascinato dal modo in cui le tradizioni musicali si sviluppano, e il modo in cui la musica viaggia nel mondo: questo è ciò che voglio portare nel mio progetto, dando il mio piccolo contributo alla storia dell'Atlantico.


Hai provato a portare l'Africa, la Spagna e il Sud America nel Regno Unito, fondendo queste atmosfere. Il fatto è che credo che queste siano atmosfere davvero diverse! Come è andata, come ci sei riuscito?
E' decisamente vero, sono molto diverse e, nella loro forma più pura, potrebbero non necessariamente fondersi. La mia intenzione, in realtà, è imparare da questi stili e provare a incorporarli nel mio songwriting in un modo sensibile e nascosto. Per esempio: a volte esploro i ritmi del Flamenco con una canzone, usando però armonie e accordi più neutrali. In modo simile, il charango e il ronroco sono strumendi andini con un'accordatura molto aperta, ma quella sensazione pentatonica significa che possono essere usati in modo più blueseggiante che potresti associare con il blues africano. Per me la cosa più importante è che ogni fusione suoni naturale.
A volte ci sono anche crossover affascinanti fra queste diverse influenze dove i ritmi sembrano intersecarsi da soli: questo è specialmente vero con ritmi più usati da band africane comei Tinariwen, che condividono una forte somiglianza con i ritmi andini come il Huayno. Credo che questi ritmi possano condividere un antenato comune, che potrebbe essere stato dimenticato.


Samara prende ispirazione da alcune band somale degli anni '70 e '80. Personalmente sono sempre stata incuriosita dalla musica africana e le sue band, strumenti musicali e tutto quanto. Credo sia questo tipo di curiosità che tiene viva la passione per qualcosa: cosa ne pensi, funziona così anche per te? Hai anche tu il bisogno di scavare e scoprire nuove cose?
Amo viaggiare e sono un tipo curioso: credo sia incredibilmente eccitante il fatto che oggi possiamo ascoltare musica che viene da così tanti luoghi solo con un click. Anche se solo dieci anni fa pensato che sarebbe stato molto più difficile per me trovare band come la Dur-Dur band dalla Somalia, che ha finito per diventare un'influenza enorme. Dal punto di vista ritmico tutti i diversi stili di cui abbiamo parlato sono molto più complessi della maggior parte della musica che ho sentito crescendo.
Hanno tutti espanso ciò che credevo fosse possibile fare con la musica, e forse è questo ciò che mi ha attirato verso di essi proprio dall'inizio. C'è così tanto da imparare dagli altri luoghi del mondo, e le conoscenze che ho intrecciato attraverso confini e continenti sono molto eccitanti per me. Credo che sarebbe strano se la cultura non iniziasse a riflettere meglio queste connessioni.


Le tue prime date saranno ad Ottobre. E' una cosa strana che accade in un momento strano, questa crisi del Coronavirus ha cambiato tutto. Ha cambiato anche il tuo modo di percepire la musica? E come ci si sente ad essere chiusi in casa, senza poter suonare davanti alle persone per mesi?
In realtà ho masterizzato il disco il giorno prima che Abbey Road chiudesse per il lock down qui nel Regno Unito, quindi la prima parte della quarantena è stata un momento per riprendere fiato dopo un paio d'anni molto intensi. Quello che sta succedendo fa la storia, e sentivo che fosse importante fermarmi e cercare di comprenderlo al meglio. Nella musica, sono ovviamente triste del fatto che così tanti concerti siano stati cancellati, e probabilmente non potrò suonare dal vivo per un po', ma cerco di vedere il lato positivo. Per esempio: ho uno studio in casa e quindi posso lavorare ovunque, e mi sento molto fortunato per questo.


E cosa fa un artista in quarantena?
Continuo a suonare, ma sto anche cercando di essere più attivo e in salute dopo due anni di registrazione e tour! Ed è stato davvero bello stare con la mia famiglia. Spero che la tua quarantena non sia stata troppo pesante. Grazie per l'intervista!

blanco white, interviste musica, on the other side

Articoli correlati

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

Interviste

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo “La Ragazza che abbandonò il Destino”.

07/03/2024 | Bookpress

Alessandro niccoli è nato a s. Miniato nel 1968 ed è un avvocato e scrittore. Da sempre si batte contro le discriminazioni, e in favore dell'ambiente e degli animali; i...

Interviste

Intervista a Rosalba Trabalzini, autrice del saggio “La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza”.

15/02/2024 | Bookpress

Rosalba trabalzini è nata a roma nel 1950 e lavora in ambito psichiatrico fin dal 1969; ha iniziato come infermiera psichiatrica e poi si è specializzata come psicologo...

424677 utenti registrati

17084755 messaggi scambiati

17544 utenti online

27948 visitatori online