Nightguide intervista Dardust, pianista, compositore, e produttore tra i più apprezzati del momento.

Nightguide intervista Dardust, pianista, compositore, e produttore tra i più apprezzati del momento.

E' uscito il 17 gennaio 2020, pubblicato sul mercato internazionale da Sony Music Masterworks e Artist First, “S.A.D. STORM AND DRUGS”, il nuovo disco di Dardust, pianista, compositore, e produttore tra i più apprezzati del momento.
 
“S.A.D. STORM AND DRUGS”, 'ultimo capitolo di una trilogia discografica che attraversa l'asse geografico/musicale Berlino - Reykjavík - Edimburgo, è il primo progetto italiano di musica strumentale capace di unire il mondo pianistico minimalista all'attuale immaginario elettronico di matrice Nord Europea.
 
Il disco potrebbe quasi essere definito un lavoro autobiografico, un viaggio che attraversa la sua vita dal bambino che era all'uomo che è oggi, passando attraverso tempeste emozionali e senso di riscatto. 
 
Per la scelta del titolo Dardust si è ispirato al termine “Sturm und Drang”, corrente tedesca di fine Settecento che vedeva come protagonisti alcuni scrittori e pittori come Goethe e Caspar Friedrich. “S.A.D. STORM AND DRUGS” si apre con Sublime, brano che svela la doppia anima dell'artista capace di unire due immaginari diversi; continua con Prisma, simbolo della creatività e della musica che lo ha salvato; prosegue attraverso brani che raccontano la sua storia, dalle tempeste emotive alla volontà di scoprire nuovi territori musicali, allargando anche le prospettive del genere in cui Dardust viene collocato. Il disco si conclude con Beautiful Solitude, una sorta di riscatto finale ben perfettamente anche dalla copertina dell'album che ritrae Dardust con un pugno alzato in segno di vittoria.
 
“S.A.D. STORM AND DRUGS” è un disco importante di un artista innovativo, capace di creare un immaginario unico.
 
Questa la tracklist del disco:
Sublime
Prisma
Storm and Drugs
Without You
Ruckenfigur
S.A.D.
Sturm I - Fear
Sturm II - Ecstasy
Beautiful Solitude


#Dardust #Sublime #StormAndDrugs
Dardust - Sublime


Nightguide. Il tuo ultimo album,
S.A.D. STORM AND DRUGS, rappresenta la fine di un percorso che ti ha visto viaggiare e comporre per tutta Europa negli ultimi anni. Ogni volta che si arriva alla fine di un viaggio si è stanchi e soddisfatti allo stesso tempo; questo in alcuni lascia una sensazione di vuoto, mentre in altri carica subito una voglia di ricominciare: tu come ti senti adesso?
Dardust. Ti dico la verità, io mi sento di nuovo pieno di energia perché si è chiuso un ciclo e sono pronto per appassionarmi a  qualcosa di nuovo e a ripartire per una nuova esperienza. Sicuramente ci sarà l'esperienza live legata a Storm and drugs, che metterà davvero un punto a questo ciclo della mia vita. Questo disco l'ho chiuso alla fine del 2018, quindi diciamo che per me è già trascorso il tempo necessario per staccarmi da questa fase e provare un senso di liberazione e soddisfazione.

 
NG. Cosa ti aspetti da questa esperienza live di 4 date in Italia e tutte le altre che farai in giro per l'Europa?
Dardust. Mi aspetto di trovare nuovo pubblico e sicuramente sono già abbastanza contento per le prevendite, vedo che c'è un'attenzione crescente verso il progetto. La gente sta capendo questa visione più alternativa della mia attività creativa. Mi auguro di portare un nuovo modo di concepire il live con questo show teatrale in due atti e il goal e quello di far vivere allo spettatore una sorta di esperienza, sotto tanti punti di vista, non solo musicale.

 
NG. Di sicuro hai attirato tanto l'attenzione. Ho notato online che ultimamente sei stato tartassato di interviste ed è sempre molto difficile arrivare con delle domande originali. La critica sembra essersi accorta di te solo ora ma il tuo curriculum è lunghissimo. Quando si arriva a essere capiti dopo tanto tempo c'è sempre un senso di soddisfazione del dire “ok, finalmente capiscono il mio lavoro”, e il rammarico nel pensare “potevate capirlo prima!”.
Dardust. Capisco cosa vuoi dire, ma come credo si possa intuire dal mio percorso, personalmente ho voluto tracciare questi tre dischi proprio per darmi il tempo di inquadrare il mio alter ego e dare al pubblico il tempo di comprendere e apprezzare il progetto. Se da adesso in poi sarà compreso sarò solo felice, e significa che la mia missione è andata a termine. Figurati che per me questo è un inizio, non è la fine.

 
NG. Io ovviamente non ti conosco personalmente, ma, a dire il vero, non mi sembri il tipo che festeggia i traguardi, bensì piuttosto uni che ambisce sempre a nuovi inizi.
Dardust. Esatto. Anzi, credo che fermarsi e rimanere nella stessa zona sia il tranello di ogni artista, bisogna sempre guardare al futuro e mai al passato. La mia spinta è sempre verso nuovi territori e appassionarmi a nuove cose e sperimentare. Sono innamorato della vita e tengo sempre accesa la curiosità, quella sensazione di entrare visceralmente in qualcosa ed esplorarla. Credo sia la cosa fondamentale.

 
NG. Questa cosa si percepisce un sacco dalla tua musica. È tutto il giorno che ascolto il tuo album e ne sono stato stregato.
Dardust. Avevi sentito anche gli altri?

 
NG. Certo, ma li avevo ascoltati da fan. Quando ascolto qualcosa per fare un'intervista è diverso.  La prima volta che ho ascoltato S.A.D. sono andato in loop su “Ruckenfigur”. C'è un momento in cui per qualche secondo cambia la battuta e ho avuto i brividi. Poi son tutte belle, si intuisce il percorso. È così chiara l'intenzione del racconto che ho subito pensato che sarebbe stata perfetto come colonna sonora di qualcosa come “Dark”, la serie di Netflix. Hai mai pensato di fare una vera e propria colonna sonora? Ti è stato offerto?
Dardust. Si, anche se non c'è stato ancora il tempo di concretizzarlo per via di impegni e altre cose. Spero arriverà il momento giusto e il film giusto in modo da poter dire si e mi isolo per un periodo e mi concentro su questa cosa.
Ad esempio la serie che hai citato l'ho vista e apprezzata molto.

 
NG. Ho letto una cosa interessante in una vecchia intervista, in cui ammetti di aver attraversato un periodo di disorientamento in cui eri ossessionato dalla smania di successo. In quel momento eri consapevole del tranello in cui stavi cadendo o l'hai realizzato dopo?
Dardust. Ero consapevole, tanto che a un certo punto ho annullato tutto e sono ripartito da zero. Diciamo che ero più guidato dall'ego che dalla passione, era tutto dopato dal mio ego, non c'era una vera ricerca se non alla base, e veniva deviata dalla fretta. Ho ricostruito tutto mattoncino per mattoncino.

 
NG. C'è un momento preciso in cui hai detto stop o è stato un processo?
No no, c'è stato un momento in cui ho detto ok, mi fermo. Mi sono laureato in psicologia e li è stato come se rinascessi da capo. Ho azzerato tutto, chiuso il ciclo e iniziato a pensare a come ripartire.
 
NG. Quanto di quel percorso accademico c'è nella tua musica di oggi?
Dardust. Ho fatto una tesi di laurea in psicologia dell'ascolto musicale, e sicuramente mi ha aiutato a capire dei meccanismi sull'ascolto, che poi bene o male mi hanno guidato in modo non cosciente nella scrittura dei brani, e questa non linearità, incongruenza, effetto sorpresa di questi cambi di direzione improvvisi sono frutto di questa conoscenza.
Il cosiddetto effetto wow che ogni tanto ridesta le onde celebrali e aumenta l'attenzione.

 
NG. In questo momento, se pensi a quello che stai vivendo e quello che stai per fare, e se potessi sceglierne solo tre: quali parole sceglieresti per definire la musica in questo momento?
Dardust. LA MIA SPOSA! Senza ombra di dubbio! Mi sto innamorando di nuovo, ha tutta la mia energia, è la mia compagna e convivente con cui sto vivendo una storia d'amore. Allo stesso tempo direi sorprendente, perché lo stupore è sempre quello che cerco. Direi stupefacente. E terzo coraggiosa. Il coraggio è sempre fondamentale.

 
NG. Dato che lo definisci un rapporto d'amore, c'è stata mai una crisi con questa compagna di vita?
Dardust. Si, quando la convivenza diventa abitudine e non ci sono più stimoli diventa una trappola. Bisogna sempre trovare un modo per staccarsi o portarla a fare dei viaggi per ridare colore al rapporto.

 
NG. C'è qualcosa che fai con la musica che non abbia a che fare con il lavoro? Una dimensione che tieni solo per te?
Dardust. No, qualsiasi cosa che faccio con la musica, ascolto compreso, è sempre un bagaglio che poi comunque va a influire nel mio lavoro. Ci sono momenti in cui fruisco la musica fuori dal lavoro, ma per forza di cose questo mi arricchisce e torna nel lavoro.

 
NG. Ripensando a tutto il tuo percorso,  quali sono i tre album che mai potrebbero mancare nella tua collezione e che pensi abbiamo influito su ciò che sei ora?
Dardust. È difficile questa! Ti potrei dire Sebastian Plano, uno dei dischi che ho amato alla follia, si intitola Verve. Ti dico quelli che conumo come ascoltatore, quelli che uso di più, fondamentali per stare bene: John Hopkins Immunity e Kendrick Lamar, Damn.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.

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