Speciale Sziget - Nightguide intervista la superstar Ucraina Ivan Dorn, un artista che merita di essere conosciuto ovunque!

Speciale Sziget - Nightguide intervista la superstar Ucraina Ivan Dorn, un artista che merita di essere conosciuto ovunque!

 
È difficile immaginare la scena pop post-sovietica senza la controversa storia di Ivan Dorn.
Nel camerino del backstage dell'Europa Stage dello Sziget Festival incontriamo questo ragazzo alto sorridente e a prima vista un po' impacciato in tenuta da basket con tanto di fascia tra capelli a caschetto biondi. Mai mi sarebbe venuto in mente di trovarmi di fronte ad una vera e propria celebrità da 800k followers su Instagram, 57 milioni di visualizzazioni su Youtube (tra l'altro di video bellissimi, veri e propri cortometraggi), giudice di The Voice e X-Factor Ukraine, vincitore di un MTV EMA nel 2017, produttore musicale, dj, attore, attivista, cantante funky, jazz, rock, pop. Semplicemente OH MY GOD!
Nel mondo al di là di quella cortina che, in teoria non dovrebbe più esistere dal 1990, quest'uomo è una delle persone più famose e controverse che esistano. E da noi tutto tace.
Ci abbiamo tenuto tanto a conoscerlo a farvelo conoscere e speriamo davvero che ce la possa fare nel suo intento di far librare la sua musica in tutta Europa.
C'è una cosa che abbiamo imparato su Ivan nel corso dell'intervista, cioè se pensi che di averlo capito, probabilmente sei già un passo indietro.

 
NG. Sei molto famoso in est Europa: cosa ti serve per far si che l'Italia ti conosca?
ID. Credo solo far conoscere la mia musica, essere me stesso: è quello che sto cercando di fare, essere naturale. Credo di essere abbastanza carismatico e la mia musica è abbastanza buona per essere conosciuta almeno in Europa, ottenere la mia audience. Non ho bisogno di essere superfamoso, non mi serve, voglio solo espandere la mia geografia, trovare nuove audience, competere con artisti locali. Sono sicuro che la mia musica sia abbastanza interessante e ha la sua etnicità, che non è disponibile negli altri paesi perché non vivono dove vivo io. Voglio portare la mia cultura oltre il confine.

 
NG. Hai detto che vuoi essere naturale e te stesso...
ID. Non sembra niente di che, vero? (ride)

 
NG. No, al contrario! Al momento è molto complicato essere se stessi. Mi sono informato e molti non mi sembra ti abbiano capito bene in passato.
ID. Si è vero: cambio di continuo ed è perché la mia ispirazione è un miscuglio: è soul, è rock...è tutto. Cambia sempre e voglio provare me stesso con diversi generi. La vita è troppo corta, voglio provare tutto...a parte l'opera, forse (ride) ma non si sa mai, qualche volta potrebbe venirmi voglia.

 
NG. Nono credo che la tua musica sia normale, o semplicemente abbastanza buona: credo sia molto buona. Ho ascoltato alcune delle tue ultime tracce e visto alcuni tuoi video, e la tua musica elettronica ha una base deep house davvero ottima. Ho sentito qualcosa del genere che viene dagli afroamericani, roba davvero i qualità insomma.
ID. Forse, non saprei. In ogni caso viene da me e con me, quella musica diventa altro, qualcosa di mio. Le basi sono quelle, ma è sempre qualcosa di diverso, ho la mia melodia, e la mia melodica è ispirata dalla mia cultura. L'armonia e la forma, il modo di costruire: sono tutti piccoli dettagli che alla fine contano molto.

 
NG. Immagino di averli sentiti, perché ho ascoltato e credo che qualcosa debba essere davvero buono per arrivare in un modo così diretto.
ID. Si, non cerco di essere un musicista di facile ascolto: non è quello che voglio essere, non è così che voglio raggiungere le audience europee. Credo che la mia musica sia sofisticata, e quindi anche chi mi ascolta lo deve essere per capirmi, anche se non è il modo più facile per raggiungere un nuovo pubblico.

 
NG. Mi sembra di capire che tu non sia abituato a fare le cose facili.
ID. Esatto! Ed è più interessante vivere così. Scelgo questa strada in tutto ciò che faccio.

 
NG. Sei sicuro che tu non abbia paura di essere famoso?
ID. Si, assolutamente.

 
NG. Perchè tu non mi conosci, e io non conosco te, ma a prima vista, ora in questa stanza, mi dai l'impressione di essere molto sensibile e fai un tipo di musica che potrebbe essere molto famosa ovunque, ma mi arrivi come qualcuno che teme di essere così famoso.
ID. Ok, quindi pensi che abbia paura di essere davvero famoso al di fuori dell'Europa dell'est?

 
NG. Si, è come se tu fossi un po' nervoso, non sapessi come fare a raggiungere tutti.
ID. Sai che mi fai riflettere? Onestamente non lo so: a volte mi chiedo perché lo faccio, e mi rispondo che nel mio paese ho raggiunto quello che volevo raggiungere, ho fatto tutto ciò che potevo, ho raggiunto tutti i target. Ho il mio posto nella storia della musica del mio paese, sono stato in tv, ho vinto premi...voglio solo andare avanti, e per farlo devo espandermi. E' più interessante portare questa musica sofisticata in una lingua come la mia a questo pubblico.

 
NG. Tu ti sei spostato a Los Angeles per produrre il disco. Vero?
ID. Si, ci siamo andati nel 2016 per 3 mesi.

 
NG. Hai mai pensato di trasferirti in Germania?
ID. Si, Berlino? Oh, si.

 
NG. Si, è il posto giusto per la musica che fai.
ID. Si, ma ci devo pensare. Ho una famiglia, la mia ancora, il motivo per cui non posso davvero spostarmi così liberamente. In realtà è istintivo restare li, e comunque allontanarsi sempre di più dalla geografia che conosci. Voglio vivere li e far conoscere la mia musica ovunque.

 
NG. Decisamente non sei abituato a scegliere la strada più facile.
ID. Esatto (ride)

 
NG. Cos'è per te la musica adesso, in tre parole?
ID. E' una cosa che mi è successa, la storia della mia vista: è la mia follia, la mia solitudine e l'establishment.

 
NG. Sono le tre parole più strane che abbia mai sentito dire da un artista.
ID. Oh, ok. (ride) Non l'ho fatto a posta.

 
NG. Ok, ultima domanda: pensando a tutto ciò che ti ha portato qui: i tre dischi che non potrebbero mancare nella tua collezione.
ID. Oh, bella domanda. Tre album sono pochi! Il primo disco si chiama All fly home di Al Jarreau, RHCP,  Californication e In my mind di Pharrell Williams.

 
Intervista e foto copertina a cura di Luigi Rizzo.

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