Nightguide intervista i Rio

Nightguide intervista i Rio

 
 
E' uscito venerdì 24 maggio Buona Vita, il nuovo album dei Rio: dal 10 maggio è in radio il singolo omonimo, fra sonorità pop e rock. Il disco, composto da nove brani inediti, è un messaggio benaugurale e positivo, diretto e solare.Il disco è un cd doppio e contiene, oltre al disco con i nove inediti, un disco live intitolato "Dal vivo al Vox" registrato al Vox club di Nonantola nel marzo 2018, contenente diciassette canzoni e già disponibile su tutte le piattaforme digitali dallo scorso dicembre. I Rio, nel frattempo si sono imbarcati in un tour in giro per tutta la penisola e, per la prima volta nella loro carriera, si sono visti applicare il bollino rosso per il testo di una delle loro canzoni. Abbiamo parlato con loro del disco, della musica e del tour.





Partiamo dal tour: siete quasi arrivati alla fine delle date estive, vi aspettano Corneto di Toano il 9 Agosto e Chiavica di Mordano a Settembre: come sono andati i concerti, e come è stata l'accoglienza dl nuovo album da parte del pubblico?
Chi ci conosce da tempo sa, che facciamo dischi per poter stare in giro...Siamo zingari “inside”.
La dimensione “live”, per i Rio è fondamentale! È dove riprendiamo a respirare, in mezzo a chi ci vuole bene e soprattutto, dopo i concerti viene nel backstage a raccontarci il suo viaggio, i suoi sogni, la sua vita e che spesso diventano poi canzoni che andranno a comporre i nostri futuri lp.
Questo tour non è da meno. Stiamo abbracciando vecchi amici e vediamo un sacco di facce nuove e curiose che cercano di capire come fanno quei 4 personaggi strampalati a reggere il palco in quel modo....senza farsi troppo male. Per quanto riguarda i brani del nuovo album, dal vivo hanno una resa incredibile: del resto, abbiamo cercato di trasmettere l'energia che i Rio sprigionano sul palco all'interno del disco, utilizzando un metodo di registrazione molto “live”, istintivo, spontaneo e sanguigno. Già dal preascolto, fatto qualche tempo prima dell'uscita dell'album con una ristretta cerchia di fan avevamo ricevuto un sacco di segnali positivi. È chiaro: di primo acchito i testi vengono messi in secondo piano a confronto di un impatto sonoro nuovo ed immediato però, l'emotività, il senso, la trasparenza di quello che volevamo raccontare con questo nuovo viaggio “e che speravamo non fosse solo una nostra sensazione”, era arrivato a tutti. È stato bellissimo percepire nell'aria che ci stavano leggendo dentro, vedere che quello che ci aveva emotivamente pervaso mentre componevamo, luccicava in un secondo momento anche nei loro occhi. Meraviglioso. Nei concerti poi ti assicuro che è ancora meglio...Provare per credere!


Avete vinto il cosiddetto bollino rosso grazie a La tua rivoluzione, una specie di Parental Advisory delle nostre parti: a prescindere dal fatto che personalmente la vedo più come una medaglia che come un'infamia, credete abbia ancora senso “marchiare” la musica come adatta a o meno adatta a un certo tipo di pubblico? E che pensato del vostro bollino rosso?
I Rio hanno sempre cercato un linguaggio più “leggero”, forse più romantico ed elegante, legato ad una forma artistica “ormai quasi fuori moda”, nello scrivere, cercando “chiavi”, meno aggressive e più riflessive nell'affrontare quello che volevamo comunicare attraverso le nostre canzoni: siamo positivi per natura, da sempre, ma non fessi. Non ci siamo mai nascosti dietro a un dito e abbiamo sempre detto quello che sentivamo nel modo che ci sembrava più consono in quel determinato momento. Così, semplicemente, diciamo che questo ultimo disco ci ha tolto lo sfogo dai denti. Per il resto, credo che in questo momento storico possa essere percepito più come un intercalare linguistico che un urlo di ribellione, e il bollino rosso dato a i Rio sinceramente, “con tutto quello che si sente in giro”, mi fa sorridere. Quel “vaffanculo”, comunque, prima o poi, doveva uscire.


Il disco ha rischiato di non chiamarsi Buona Vita perché non eravate convinti proprio di questa canzone, e so che avete trasformato il ritornello in strofa e ricreato tutto da capo: come funzionate, in questo senso? Come componete, come nascono le canzoni de I Rio?
Non c'è una formula assoluta: io e Bronski scriviamo, ognuno per conto suo, ognuno a suo modo, poi ascoltiamo insieme e ci confrontiamo. A volte nascono prima le parole...a volte una melodia, un'armonia. A volte componiamo insieme, sul momento...improvvisiamo. Non abbiamo, diciamo così, un metodo standard. Questo nuovo disco è nato molto velocemente, nell'arco di un mese, partendo da zero: non avevamo nulla se non qualche stralcio di canzone. “Buona Vita”, il brano che dà il titolo all'album, era già sulle nostre bocche prima ancora di concepire questo nuovo percorso e per questo mi parve “banale”, di conseguenza entrai in un viaggio senza ritorno alla ricerca di un titolo che potesse rappresentare al meglio l'album, e più i giorni passavano più la percezione che fosse il titolo giusto si infittiva. Poi, alla fine, una volta registrate le nove tracce mi resi conto che come spesso accade la prima idea era quella giusta. Il problema è che amo complicarmi la vita.


Suonate in giro ormai da un bel po' di tempo: cosa è cambiato secondo voi nella scena italiana negli anni in cui ci avete militato? Quanto influiscono le nuove mode (passeggere o meno) o fenomeni come i Talent show?
Le mode attraversano momenti che influiscono su tutto quello che c'è intorno,volente o nolente: alcune ci sfiorano appena altre invece lasciano segni indelebili che si protraggono nel tempo, trascinando tutto quello che trovano dentro ad un vortice....contaminandolo. In quasi 17 anni di Rio ne abbiamo viste elcune: alcune memorabili, altre un po meno, però, il tempo passa. Cambia il modo di fruire e comunicare, di conseguenza il modo di porci e creare spettacoli: che ci piaccia o no, questo è il tempo dei talent, dei reality, del tutto e subito...Qualcuno ha dimenticato di raccontare  ad alcuni ragazzi e ragazze che per assimilare qualcosa si deve studiare, lavorare,sudare e affrontare “preliminari”, che in questi anni veloci si sono un pò persi. La passione non ha fretta, è sempre lì, pronta a sfamarci, se viene però coltivata: il tutto e subito, il sacrificio non affrontato, non ti permettono di capire quanto sei veramente grande e forte ma soprattutto preparato per scalare la montagna, goderti il viaggio e arrivare fino in cima.


Ora, una domanda di pura curiosità personale: siete stati una delle poche band (se non l'unica band) ad esservi esibiti nel parlamento europeo di Bruxelles. Le questioni sono multiple: quanti controlli vi hanno fatto passare? Che atmosfera c'era? Che effetto fa suonare li? Come è successo?
Una nostra carissima amica, Sonia Alfano, allora Presidente della Commissione Speciale Antimafia, ci invitò a tenere un concerto all'interno del Parlamento Europeo a Bruxelles dove qualche tempo prima avevano fatto suonare solo gli U2: chiaramente i controlli per entrare furono rigidissimi e comunque una volta dentro, nonostante i badge che ci facevano credere di essere piuttosto liberi, eravamo continuamente osservati e seguiti dal personale. Fu un'esperienza incredibile: dopo aver tenuto un discorso davanti a 300 persone nel pomeriggio in una immensa aula del parlamento, ci trovammo dopo poche ore ad esibirci in un contesto surreale: ci avevano situato in mezzo a pannelli di antichi mosaici di Ravenna, davanti ad un pubblico in giacca e cravatta comodamente seduto e rigorosamente silenzioso. Non potemmo fare altro che attaccare gli strumenti e fare quello che sapevamo fare meglio per scardinarli dalle sedie: fu dura, ma alla fine tutti erano in piedi e battevano le mani con grandi sorrisi a 32 denti. Non ricordo poi se la sera stessa o la sera dopo suonammo in un altro bellissimo contesto, un vecchio Pub e tra i presenti c'era qualcuno del pubblico del concerto precedente... Ho solo in mente le birre d'abbazia in loro compagnia e discorsi tra musica e politica finiti in...non si può dire...


Siete una band meticcia: le vostre influenze arrivano da mezzo mondo. Ci dite quali sono le i vostri tre dischi preferiti, quelli dei quali non potreste mai fare a meno?
Amiamo tantissima musica, veramente tanta: ci sono artisti che sono stati fondamentali per noi, forse più per l'aspetto umano che quello musicale. Personaggi come Elvis Presley, Rolling Stones, Beatles, Red Hot Chili Peppers, Los Lobos e tanti altri ci hanno contaminato e continuano a farlo: scegliere “solo”, tre dischi in tutto questo universo sonoro che ci ruota attorno diventa veramente difficile ma, se dobbiamo citare un artista che ha influito molto sul nostro modo di vivere la musica, credo che il nome di Bob Marley uscirebbe sicuramente all'unanimità dalle nostre bocche.


Avete un consiglio per chi inizia a suonare adesso?
Puoi dire ad un pittore di non dipingere? Ad uno scrittore di non scrivere? Ad un pilota di non correre e ad un astronauta di non sognare di andare tra le stelle? Ogni mondo ha i suoi lati pieni di luce e ombre, ogni storia è attraversata da strade impervie: se il tuo destino è seguire le passioni, non potrai fare altro che lucidare l' armatura e prepararti a combattere draghi e a salvare principesse. Buona Vita!
 

buona vita, interviste, rio

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