Nightguide intervista i Trerose

Nightguide intervista i Trerose

 I Trerose sono la splendida e sofisticata voce di Eleonora Merz, capace di trasformare in melodia qualunque respiro. La chitarra geniale e diabolica di Pino Dieni, tessitore di trame sonore aliene. Fabiano Spinelli, con il suo basso che più basso non si può ed oscura e testarda origine del progetto.
Il 12 ottobre è uscito ''Pop Noir'' e noi li abbiamo intervistati.
Ciao, come nasce ''Pop noir''?
Ciao, l'album è frutto di una innata e rinata passione per la musica e da un irrefrenabile desiderio di concretizzare in un'unica espressione un mare di pensieri, note e suoni. Un progetto nato a distanza, dato che, nonostante la nostra “storica” amicizia, avevamo intrapreso percorsi diversi e soprattutto in città diverse. Una, tutto sommato, non lunghissima lavorazione che è partita da una serie di idee, spunti e bozze di canzoni che sono sfociate in un demo che abbiamo proposto a Umberto (Maria Giardini) e che dopo un intenso lavoro di rifinitura hanno trovato compimento nella registrazione di quest'opera prima. Il titolo stesso dell'album è nato “on the road “. Durante le registrazioni le persone che ci vedevano andare in giro con strumenti e attrezzature varie ci chiedevano sempre “Che genere fate?” La risposta è arrivata spontaneamente, per caso, ed è diventata appunto il titolo del disco. Sicuramente Pop ma con una venatura nera e malinconica.

Che tipo di band è quella dei Trerose?
All' antica? Forse. Partivamo da un'idea più elettronica, dato che volevamo realizzare tutto in tre. L'incontro con Umberto e la sua disponibilità a suonare la batteria ci ha dato una nuova direzione. Siamo sempre alla ricerca di soluzioni sonore particolari ma è uno stimolo naturale e non una ricercatezza fine a sé stessa. Dall'accordatura delle chitarre a tutta la strumentazione (sia in studio che live) amiamo fare scelte controcorrente anche se non siamo contro nessuno. Le melodie stesse sono un richiamo a quella che è la splendida tradizione pop (italiana e straniera) degli anni '60, '70 e '80. Siamo una band italiana perché è la lingua madre e ci permette di esprimere le nostre idee in maniera completa.

E come nasce il vostro trio?
É una lunga storia....un percorso alquanto inusuale. Non abitiamo tutti nella stessa regione. Fabiano vive a Reggio Calabria e aveva realizzato diverse bozze di canzoni che ha fatto sentire a Pino che a sua volta aveva un altro bel po' di idee che aspettavano solo di essere definite. La splendida voce di Eleonora è stato il vero punto di svolta che ha determinato la nascita del progetto Trerose. Le canzoni hanno sempre bisogno di un interprete all'altezza. Senza di lei saremmo ancora in alto mare.


Umberto Maria Giardini (Moltheni), è il vostro produttore artistico, oltre che compagno di viaggio. Com'è lavorare con un artista di tale calibro?
Di una facilità unica! Siamo entrati da subito in sintonia. Umberto è una persona diretta e attenta al particolare. Ti dice tutto in faccia ma allo stesso tempo sa ascoltare e capire le necessità artistiche, i capisaldi che contraddistinguono ogni progetto degno di tale nome. Ha un orecchio sorprendente ed una capacità melodica ed interpretativa fuori dal comune. Sa creare un clima simile a quello di un'azienda a conduzione familiare in cui si coniugano tanto lavoro, sentimenti ed intensi attimi di condivisione.

E quali sono gli artisti che hanno influito sul vostro percorso musicale?
Quelli con cui siamo cresciuti. I grandi nomi del pop rock (Bowie, Pink Floyd, Beatles...), quelli un pò più alternativi come Robert Fripp e gli italiani come Umberto, Cristina Donà e via dicendo. Se queste influenze si sentano nelle canzoni è un pò difficile per noi dirlo.

Che messaggi volete veicolare con il vostro primo disco?
Musicalmente, quello di riscoprire l'artigianalità. La voglia di non scegliere sempre la strada o il mezzo più facile. La superba bellezza della fatica. Nei testi il tratto comune è sicuramente il tema della disillusione accompagnato dallo sforzo di guardare le cose, la vita da angolazioni differenti. Se un messaggio c'è, è sicuramente quello di non accontentarsi del pensiero imposto ma di trovare il proprio o meglio i propri punti di vista.

E cosa state preparando per il palco?
Abbiamo già fatto il nostro concerto di presentazione dell'album il 12 ottobre presso il Bombanella Soundscapes di Maranello (lo studio dove abbiamo registrato le voci) avvalendoci della collaborazione (stabile) di Samuele Lambertini alla batteria e Davide Borelli alle tastiere. Presentiamo le nostre canzoni in maniera molto fedele al disco con le dovute attenzioni e modifiche che richiede un live e qualche piccola sorpresa scenica e stiamo preparando le nuove canzoni per poter, questa volta, proporle prima dal vivo.

Prossimi progetti?
Sicuramente organizzare una bella tournée e quindi partire con la realizzazione del secondo disco dato che abbiamo una marea di bozze di canzoni su cui lavorare.

pop noir, tre rose

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