Nightguide intervista Granfalloon

Nightguide intervista Granfalloon


Nella religione creata da Kurt Vonnegut per il suo libro del 1963, La Culla del Gatto, un Granfalloon è un gruppo di persone che sente di avere un'identità o uno scopo comune, magari dopo aver vissuto qualcosa insieme, ma la cui associazione in realtà non ha poi così tanto significato. Granfalloon è anche il nome della band in arrivo in Italia a breve, il cui tour di apertura a Natalie McCool toccherà Lugano, Pinerolo, Cuorgnè, Asti, Torino, Latina, Guidonia, Succivo, Battipaglia, Forlì, Reggio Emilia, Bologna ed Empoli. Abbiamo parlato con il mastermind dietro i Granfalloon, Richard Lomax.


Prima di tutto: suoni uno strumento abbastanza strano quindi, ti prego ti prego ti prego...so che si chiama Omnichord ma, visto che non ne ho mai visto uno...come funziona? Dve l'hai trovato, e come mai hai iniziato a suonarlo? (Lo so, sono curiosa come una scimmia).
Curiosa come una scimmia suona bene, lo sono anche io. Ho visto il mio primo Omnichord nell'appartamento di un amico, lavorava come insegnante di musica e l'avevano trovato dietro la scuola. Me ne sono innamorato e ho iniziato a collezionarli. Al momento ne ho 3, che si chiamano George, Bonnie e Clyde, e un 1Q-Chord che si chiama Suzie Q. E' uno strumento elettronico costruito in modo che i circuiti portino i segnali dalla strumplate e i tasti degli accordi. In pratica funziona come un'autoharp, anche se ci sono somiglianze anche con la fisarmonica.


Granfalloon è iniziato come progetto solista, e ora è un gruppo di musicisti inglesi e tedeschi: come è successo?
C'è un gruppo di musicisti con cui lavoro sempre per i miei progetti musicali, quali musicisti lavorano su quale progetto dipende al tipo di suono che cerco di ottenere. Mentre il sottofondo per certo materiale cresceva sempre più, si sono trovati coinvolti sempre più musicisti. Mi diverto a lavorare con altre persone, fare musica così è più divertente che farla da solo.


La tua musica è stata definita soundscape: tu che paesaggi vedi mentre componi?
Non posso dire di vederne sempre mentre compongo, anche se li ho usati nel passato. Un pezzo che ho scritto per la Cities&Memory, una comunità di arte e fotografia, usava i paesaggi in questo modo. Hanno consegnato fotografie di paesaggi ai musicisti per ispirarne la composizione, esercizio che trovo molto interessante - mi è stata affidata una foto di Binghmanton nello stato di New York. Mi piacerebbe farlo più spesso.


Year of the Rooster è il tuo primo singolo, e credo sia collegato all'oroscopo cinese. Come è nato, e perché l'hai scelto come primo singolo?
In realtà quest'anno è già il quarti singolo (e l'lalbum è uscito l'anno scorso)! Il titolo fa riferimento all'Anno del Gallo, il 2017, e la traccia parla della manipolazione dei media e di quanto trovassi frustrante leggere i giornali in quel periodo. Sento che in quel momento ci sono stati grandi cambiamenti in tutto il mondo, e non tutti positivi. Parecchi possono essere attribuiti alle votazioni nazionali, influenzate dalla demagogia e disinformazione dei media.


Presto sarai in Italia, e aprirai per Natalie McCool, e la cosa è già una figata di per se. Come ti senti, e come è successo?
E' una figata! Natalie ed io siamo partners, quindi suoniamo insieme spesso. In effetti ci siamo incontrati la prima volta suonando nello stesso spettacolo (un concerto di Sofar), e non troppo tempo dopo abbiamo scritto un po' insieme.


Che ti aspetti dal nostro paese, e cosa dovremmo aspettarci noi dai tuoi concerti?
Adoro suonare in Italia, l'ultima volta che ci sono venuto era il 2014, ed è stato bellissimo. Avevo qualche preoccupazione all'inizio, perché nella mia musica sono i testi a guidare e avevo paura che le barriere linguistiche fossero troppo forti, ma in realtà le audience italiane hanno riposto benissimo alla mia musica. Credo che l'Italia riservi un posto speciale nel suo cuore, dedicato a chi vede suonare con passione. Amo e tengo tantissimo a ciò che faccio, e credo che la cosa abbia colpito le persone.
Il mio stile si chiama folktronica, quindi potete aspettarvi un mix fra elettronica e acustica: ho un lato più folk che esce durante la scrittura delle canzoni, ma ci sono altri elementi spruzzati, tratti da loop, samples, Omnichord eccetera, che concorrono a creare quei soundscapes.


Torniamo alla composizione: cosa ti ispira?
Prima erano soprattutto immaginazione e storytelling, ma ora sono molto più attratto da come le cose sono davvero, e questo significa mettersi da parte e fidarsi di più del mio lato emotivo. Sono ispirato dalla mia famiglia, l'idea dell'amore, della rabbia, di avere una casa. Più che altro sto soprattutto cercando di trovare quell'insieme di suoni e parole che si uniscono come fossero una chiave per aprire la soddisfazione “emozionale” di un sentimento che cerco di esprimere. Quando suoni o canti, e senti che hai centrato perfettamente un pensiero, un'emozione o un sentimento: questo è quello a cui tendo disperatamente. Spesso mi capita di capire di cosa parla davvero una mia canzone e come fanno riferimento alla mia vita dopo averle suonate un bel po', come se scrivere fosse il mio modo di capire come mi sentivo in quel momento.


Hai qualche consiglio da dare a chi sta creando una band adesso?
Lavorate con gente con cui amate lavorare. E sappiate che nessuno nell'industria musicale ha a disposizione tutte le certezze, quindi prendete tutti i consigli con le pinze.

granfalloon, interviste

Articoli correlati

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

Interviste

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo “La Ragazza che abbandonò il Destino”.

07/03/2024 | Bookpress

Alessandro niccoli è nato a s. Miniato nel 1968 ed è un avvocato e scrittore. Da sempre si batte contro le discriminazioni, e in favore dell'ambiente e degli animali; i...

Interviste

Intervista a Rosalba Trabalzini, autrice del saggio “La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza”.

15/02/2024 | Bookpress

Rosalba trabalzini è nata a roma nel 1950 e lavora in ambito psichiatrico fin dal 1969; ha iniziato come infermiera psichiatrica e poi si è specializzata come psicologo...

424677 utenti registrati

17083654 messaggi scambiati

17579 utenti online

28003 visitatori online