Nightguide intervista Gwenno, eclettica artista gallese, open act del prossimo concerto dei Suede a Mialno

Nightguide intervista Gwenno, eclettica artista gallese, open act del prossimo concerto dei Suede a Mialno

Le Kov  il nuovo attesissimo album di Gwenno è uscito il 2 marzo su Heavenly Records, distribuzione Self.
 Scritto interamente in cornico, Le Kov esplora il subconscio individuale e collettivo, i miti e la stravaganza della Cornovaglia e il Brythonic, lingua meno conosciuta della Gran Bretagna. Essendo una delle poche persone a conoscere bene questo linguaggio, Gwenno si è sentita in dovere di scrivere il suo secondo album in cornico: ha voluto creare un documento di questa lingua viva, esplorando la sua identità e le infinite possibilità creative che offre questa piccola lingua vecchia di almeno 15 secoli.
Ha scavato a fondo per ricercare ed imparare come proteggere e far progredire il linguaggio e il ruolo della donna nella storia cornica. Il progetto di Gwenno prende come punto di partenza le leggende delle città Brythonic sommerse Cantre'r Gwaelod, Kêr-Is, Langarrow e Lyonesse. Questi luoghi evocano l'idea del linguaggio e la sua forma di territorio psicologico, un concetto perfettamente sintetizzato nel titolo dell'album Le Kov, che significa “il posto della memoria”.

 
Abbiamo avuto una piacevolissima intervista con lei in vista del concerto dei Suede che si terrà il prossimo 4 ottobre al Fabrique di Milano, organizzato da Indipendente Concerti e di cui Gwenno sarà l'evocativa open act.

 
Innazitutto é un vero piacere per me intervistarti
 
Oh, grazie!

 
Potresti dirci qualcosa di te per i lettori che non ti conoscono ancora e vorrebbero conoscerti meglio? Chi é Gwenno?
 
Okay, che imbarazzo, ahahah... Sono un'artista di Cardiff, in Galles.

 
Ci sono stato da bambino, mi piace moltissimo.
 
Oh, questo mi fa piacere!  Non so che altro dire... Sono stata in una pop band per un po' di tempo, chiamata Pipettes, ho fatto un paio di album solisti nelle mie lingue madri, che sono Gallese e Cornico.

 
Sono molto curioso di sapere del tuo ultimo album “Le Kov”, sembrerebbe un lavoro molto complicato ed elaborato.
 
Sembra, vero? Forse ho reso tutto piú complicato!  Ero incuriosita dalla natura del linguaggio in Cornovaglia, che é il Brittonico di Penwith, ed é una lingua che mio padre ci ha insegnato, una lingua che noi eravamo soliti parlare in casa. La mia lingua é parlata fluentemente da 500 persone e mi é sempre sembrato strano parlare una lingua che cosí poche persone parlassero, era bizzarro perché sono cresciuta potendo parlare con poche persone e perché era parlata in un altro paese, io ero in Galles ma parlavo Cornico. Man mano che crescevo e mi concentravo sulla mia musica mi sono resa conto della forza e di quanto fosse interessante esplorare questa lingua in maniera creativa.

 
Ho sempre pensato che i dialetti e le lingue antiche diano una forma a ció che diciamo perché sono piú legate al territorio nelle quali sono parlate; credo siano piú personali.
 
Concordo, penso anche io che ci siano connessioni interessanti tra le lingue e i posti, perché credo che il paesaggio possa formare il linguaggio.

 
Ho letto che tu consideri la lingua come un posto...
 
Sí, perché io ho avuto esperienza della Cornovaglia, la sua storia e il suo popolo tramite la lingua che in pochi parlano, quindi vedo la lingua stessa come un paesaggio, giusto per complicare le cose.

 
Questa é forse la cosa piú affascinante nell'ascolto del tuo album, qui in Italia forse ci siamo piú abituati, perché, anche se siamo un paese piccolo, abbiamo centinaia, migliaia di dialetti e lingue, ed é piuttosto comune per noi parlare in dialetto invece che in Italiano con gli amici. Abbiamo molti artisti che realizzano canzoni in dialetto anche se la maggior parte del resto del paese non comprende nulla, ma sono comunque famosi. Probabilmente é meno comune in Regno Unito?
 
Senz'altro, é qualcosa che io so, facendo parte di una lingua minore, cosa sempre piú comune nel resto del mondo, e l'Italia é un ottimo esempio.  Invece, in particolare in Regno Unito é meno comune, anche se il Galles ne é una parte ed é un paese bilingue, ma solitamente chi parla Inglese non parla altre lingue, perché non solo é la lingua nativa in Gran Bretagna ma é anche diventata la lingua nativa e comunitaria del Regno Unito, quindi la migrazione non viene celebrata.

 
Probabilmente é perché l'Inglese é diventata la lingua del mondo, quindi ha ucciso le altre lingue native della Gran Bretagna.
Ma parlando della parte musicale e strumentistica, da cosa sei stata ispirata?
 
Stavo pensando, visto che il Cornico é una lingua riscoperta nel Diciannovesimo secolo, é molto piú evocativa, anche nella sua epoca primaria e Medievale, molti termini sono piú legati al Medioevo.

 
Ascoltando l'album mi sono sentito trasportato in atmosfere psichedeliche della musica degli anni '70, mi fa pensare ai Doors, a quelle atmosfere dove ti perdi.
 
Sí, ma penso che il Cornico anche ti faccia sentire cosí, che sia molto evocativo del posto, prati verdi e molto spazio.

 
Ho ascoltato spesso l'album a occhi chiusi e mi sono sentito come se non ci fossero palazzi di fronte a me, solo vento.
 
Fantastico! Esattamente! É meraviglioso! É precisamente quello che volevo fare!  Penso che c'entri col voler essere astratti, io amo l'arte astratta, ci sono molti pittori astrattisti in Cornovaglia, come Peter Lanyon e Barbara Hepworth, e penso che l'arte astratta sia molto interessante e si inserisce in qualche modo nella psichedelia.

 
Quindi, hai fatto un ottimo lavoro.
 
Oh, grazie mille!

 
Tra pochi giorni sarai in Italia per aprire gli Suede, é la prima volta che vieni in Italia?
 
No, sono stata in Italia diverse volte, ho suonato a Udine ad un festival estivo l'estate scorsa da sola e poi ho suonato lí diverse volte con il mio vecchio gruppo.

 
Come ti senti in vista di questi concerti?
 
Sono molto contenta, molto onorata di essere stata invitata ad aprire una band fondamentale e importante.

 
Loro sono una band storica, e volevo giusto chiederti questo: loro hanno usato la provocazione sessuale e l'ambiguitá come marchio di fabbrica, cosa pensi di questo e della loro musica? É piuttosto diversa dalla tua musica, non c'é provocazione sessuale nella tua musica, é un tipo di provocazione e di approccio sessuale differente.
 
Penso di sí, siamo piuttosto diversi.

 
Non ti ho ancora vista dal vivo, ma ho visto dei video e tu e la tua musica sembrate degli elfi, quasi intoccabili, prima dicevo che la tua musica é come vento, non si puó toccare. Ho avuto il piacere di fare delle foto dal vivo agli Suede e loro sono sensuali in tutto ció che fanno sul palco, loro sono molto materiali sul palco.
 
Penso che sará interessante anche per noi perché abbiamo girato in tour parecchio l'anno scorso e penso sia qualcosa che si puó ritrovare anche in me e per me é un viaggio molto entusiasmante perché il disco é molto etereo ma quando suoniamo live non é cosí, é molto piú tangibile, piú come ció di cui parlavi.

 
Hai giá qualche progetto per il futuro, per il prossimo anno?
 
Sí, sto facendo molti remix al momento e sto coinvolgendo un amico che é un fotografo per un progetto artistico; sto scrivendo molto e ho delle idee per il prossimo album, voglio lavorarci e vedere dove mi porta, magari mi piacerebbe tornare in Italia...

 
Spero che tornerai nuovamente in Italia, perché sfortunatamente non saró al concerto perché non é molto vicino a dove sono al momento, ma ti voglio davvero ascoltare dal vivo, quindi magari la prossima Estate in qualche festival?
Ho le ultime due domande che sono sempre le stesse per tutti, perché é una mia curiositá personale: cos'é la musica per te in tre parole e perché?
 
Una é casa, un'altra libertá e... amore? Questa peró é stucchevole...  Credo che vadano bene insieme, la mia casa é molto importante per la mia musica e la mia famiglia mi aiuta a trovare la mia voce e capire chi sono e questo ti dá la libertá di connettere quello che sei ad altre persone attraverso la comunicazione, sei molto libero quando comunichi questo a qualcuno o qualcuno comunica con te.

 
E l'ultima, pensando in particolare a quando eri piccola e ancora non facevi ció che fai adesso, quali sono i tre album che piú ti hanno influenzata e che non potrebbero mai mancare alla tua collezione e perché?
 
Questa é dura...  Uno di canti popolari di bambini del posto, perché mi ricorda di quand'ero piccola.  E... mi hai messo in difficoltá!  Sto cercando a pensare a dischi...

 
Chiudi gli occhi...
 
Cambia cosí spesso! Di solito le persone rispondono subito?

 
No in realtà! Qausi tutti gli artisti capitolano a questa domanda. Se non li hai non ti preoccupare...
 
Young Marble Giants 'Colossal Youth' e poi... c'é una band chiamata Datblygu che significa 'sviluppo' e hanno un disco intitolato 'Pyst' e sono una band Gallese di post-punk, ottimi testi, ottimi rumori di fondo.  Sí, diciamo questi tre per oggi!

 
Grazie mille, é stato un piacere parlare con te e spero che quest'intervista ti sia piaciuta, in Inghilterra dite 'break a leg', giusto?
 
Esatto, cosa dite in Italia?

 
In bocca al lupo, 'in the mouth of the wolf'.
 
Carino... Fantastico... In bocca al lupo!

 
Ciao, piacere di averti conosciuta.
 
Ciao!

Intervista a cura di Luigi Rizzo
Copywriting a cura di Sonja Amoretti

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