Nightguide Intervista Aimad

Nightguide Intervista Aimad

AimaD all'anagrafe Damiano Bonaventura è uno studente di Terni con uno spiccato talento nella scrittura e nella musica, si presenta con l'intenzione di comunicare tramite la sua voce ed i suoi pezzi, messaggi e valori quali la forza interiore, l'amore, la gioia e libertà. 
Nella sua giovane vita ha fatto svariate cose tra cui il calciatore, per molti anni portiere della Ternana in Lega Pro poi vi sono stati molti imprevisti, ostacoli che lo hanno allontanato dall'ambiente del calcio giocato e seguito.
AimaD racconta a Nightguide il momento in cui la musica è entrata nel suo percorso di vita anche se la passione per la musica è una costante della sua vita che ha radici ben radicate nella sua famiglia tra la danza e il canto.

“Io facevo la seconda media e la professoressa di matematica mi ha chiesto un aiuto con una classe prima che faticava a capire la sua materia, mi chiese di trovare il modo di fare entrare in testa agli studenti il Teorema di Pitagora e allora io iniziai a scrivere queste 8 barre sul Teorema di Pitagora e quando tornai a casa presi la decisione di scrivere ancora. Sembra una cavolata ma è partito tutto da lì”.

LR: Come Lorenzo Baglioni. Anche lui ha avuto un successo, anche a Sanremo, con le Leggi di Keplero.
Allora non è successo solo a me! Il successo è associato alla matematica allora.

LR: I singoli che ho ascoltato sono molto tormentati, si vede che c'è una esigenza di esprimersi attraverso la scrittura.
Sicuramente, soprattutto “Ciò che sarà” che è stato il primo singolo con cui sono uscito e che ci ha dato molte soddisfazioni nei giorni a seguire. Lo scrivere è un bisogno, un grandissimo bisogno, una valvola di sfogo a livello personale e per fare arrivare il mio pensiero alle persone. Prima di iniziare a scrivere non ero una persona molto aperta, cercavo sempre di nascondere pensieri, sentimenti ed emozioni. La musica ha rappresentato il modo più semplice e naturale per sfogare tutto questo.

LR: Le tue amicizie come hanno preso questo cambiamento e la tua musica.
Le mie amicizie l'hanno presa bene, anzi ho coinvolto, spronato molti amici che magari non credevano di poter far qualcosa con la propria passione per la musica e adesso ci pensano o ci provano. Anche se come sempre qualche rosicone tra le persone che non mi conoscono esiste, ma è normale.

LR: Da chi ti lasci ispirare per la scrittura?
Mi ispiro a molti artisti, non ne ho uno in particolare. Il mio ascolto varia di settimana in settimana a seconda delle mie sensazioni. Se devo rispondere a brucia pelo..penso ad un artista che stimo e studio da sempre, cioè Eminem. Ne studiavo i testi, anche senza traduzione, per capire le metriche, incastri, intrecci. Pensando al rap ho sempre pensato a lui. Quest'anno purtroppo a Milano non ero presente al suo concerto al Mediolanum. Invece se parliamo di artisti italiani attuali, sono ispirato dallo stile di Tedua.

LR: Nella canzone “Ilary” sento delle influenze dello stile di Ultimo, sbaglio?
Anche se ora ho smesso, l'ho seguito sin dai suoi inizi in cui non era nessuno. Mi fa piacere questo accostamento, rispetto molto Ultimo. È uno stile che si discosta da molte nuove proposte che tendono ad omologarsi alla moda “trap” del momento, più concentrato al messaggio da dare a chi ascolta i pezzi.

LR: Progetti futuri per il prossimo anno?
Preferisco fare uno step alla volta. Ora, quest'anno, pensiamo a chiudere il primo disco e poi vedremo cosa mi riserverà il 2019. Intanto ho già fatto dei live, ho aperto cinque concerti tra Torino, Milano e Roma. Sono stati belli e posso ritenermi molto soddisfatto. Aprire i concerti non è mai facile per gli artisti emergenti anche perché vai fuori dal tuo ambiente, tra persone che non conosci e il riscontro non sai mai quale potrebbe essere. Devi essere bravo a farti notare, ma soprattutto hai solo quell'occasione per far vedere ciò che sai fare e farti apprezzare. Alla prima data ero molto ansioso, ma dati i risultati sono poi andato più spedito.

LR: Se potessi esprimere un desiderio, dove ti piacerebbe esibirti un giorno e perché?
Per restare con i piedi per terra anche nei sogni non nomino San Siro, mi basterebbe il Vogue. L'importante è stare sul palco e divertirmi poi potrei essere all'Atlantico o al Rock in Roma.

LR: Domanda di rito: hai i soldi per comprare solo tre album, quali scegli?
Domanda difficile così al volo direi Recovery di Eminem, Santeria di Marra e Guè, Orange County di Tedua.

Intervista a cura di Luigi Rizzo
Copywriting a cura di Martina Caruso
 
 
 

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