Nightguide intervista Valeria Caliandro

Nightguide intervista Valeria Caliandro

Anticipato dal singolo Giostre, uscito il 24 novembre, il 1 dicembre è uscito La seducente assenza, il nuovo album di Valeria Caliandro.
L'album La seducente assenza è la catarsi di una liberazione, la storia di una trasformazione. Un passaggio necessario che ha portato Valeria Caliandro ad abbandonare il nome d'arte Vilrouge (che l'aveva accompagnata fino ad oggi) per ritrovare l'essenza della propria identità. Senza più la necessità di celarsi, ma con la volontà di mettersi ancor più a nudo come artista in evoluzione, più cosciente di sé e dei propri mezzi.
Nel debutto discografico, Immacolato Caos, Valeria Caliandro tesseva con il suo fidato pianoforte trame chamber pop in cui un gusto neoclassico incontrava l'ariosa canzone d'autore italiana d'impronta barocca. Oggi, per La seducente assenza, complice la produzione artistica di Lorenzo Tommasini (già produttore per De Gregori, PGR, CSI, Denise, etc.), la polistrumentista e compositrice pratese indaga ancora più a fondo la sua scrittura densa ed ermetica, relegando ad una diversa collocazione il suo strumento prediletto per esplorare nuovi e più ampi mondi sonori.
Il risultato sono sette brani, di cui Valeria Caliandro è autrice e compositrice, che vanno a costruire un lavoro autentico dal sapore intensamente contemporaneo, indipendente dalla fascinazione delle mode mainstream. Un progetto concreto che segue le orme di un percorso volto all'espressione dell'Io e del mondo.

La abbiamo intervistata.
Ciao Valeria, raccontaci la genesi de La seducente assenza.
'La seducente assenza' è un disco nato molti anni fa, ci è voluto molto tempo prima di finirlo, quindi i brani sono stati scritti in epoche diverse della mia vita. Tuttavia la genesi è un evento molto comune: la fine di una storia d'amore, il bisogno di continuare a dialogare con qualcuno nonostante questo qualcuno non ci sia più. Allora si dialoga con se stessi e, infine, nel mio caso, si eleva in musica.
 
Perché scegliere Giostre come primo singolo?
Devo essere sincera. Prima di scegliere a chi far girare il videoclip del mio primo singolo in diversi hanno ascoltato l'intero disco e proposto idee e storie per un video. L'unica cosa che tutti sentivano è che la canzone adatta dovesse essere 'Giostre'. Mi sono fidata. Nel tempo, poi, ho capito. 'Giostre' è la canzone del disco che più di tutte segna un passaggio dal precedente album, come fosse una porta. Lo conferma il fatto che è l'unico brano in cui suonano molti musicisti con cui suonavo in passato e alcuni con cui suonerò in futuro.
 
Ci sono influenze particolari nella tua scrittura?
Sono particolarmente influenzata dalle arti visive, dalla fotografia e dal cinema soprattutto. Sono stata da sempre circondata da fotografi, fin da bambina ero abituata a passare del tempo nella camera oscura della scuola. Da più grande ho proseguito divertendomi a suonare su qualche vecchio film, togliendo il volume e improvvisando colonne sonore. Dopo è arrivata anche la letteratura, ma più di ogni altra cosa credo che a influenzarmi siano le storie di ogni singolo giorno, che spesso sono la miniatura di un'intera esistenza.
 
In Immacolato Caos il pianoforte era un elemento fondamentale: che rapporto hai con gli strumenti musicali?
 
Tendo a tirar fuori qualche suono da qualsiasi strumento mi venga messo in mano. In casa ho molti strumenti, chitarre, bassi, strumenti giocattolo, sonagli, tastiere. Nel disco ho suonato principalmente il rhodes, chitarre di ogni tipo, synth e qualche percussione. Il mio grande amore, però, è il pianoforte. Da lì ho iniziato e lì tendo sempre a tornare. Mi permette di dire quello che non riesco a dire a parole, da sempre.
 
 
I cinque dischi senza i quali non potresti vivere?
Paolo Conte: '900
My Brightest Diamond: Bring me the workhorse
Nick Cave and The Bad Seeds: No more shall we part
PJ Harvey: is this desire?
Feist: Metals
 
 
E quello che avresti voluto scrivere?
Lucio Dalla: Com'è profondo il mare
 
Parlaci dei tuoi progetti futuri.
Tutti i miei progetti futuri si riassumono nell'atto del suonare. Tutti i giorni, a casa e lontano da casa, da sola e con i musicisti con cui porterò in giro i brani de 'LA SEDUCENTE ASSENZA'.

 
 

intervista, la seducente assenza, valeria coliandro

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