Paolo Sorrentino, il dramma di un disadattato.

Paolo Sorrentino, il dramma di un disadattato.


Quando ci si espone, inevitabilmente si va incontro a lodi e critiche. Questa è una realtà inconfutabile, una delle poche regole matematiche dell'esistenza, e chiunque decida di esporsi pubblicamente in qualcosa la accetta, a meno che non sia un ingenuo, cosa che Paolo Sorrentino di certo non è.
Di certo Sorrentino, con il suo “La Grande Bellezza” sapeva di incorrere in reazioni violente sia in positivo che in negativo, ma sicuro della propria arte è andato avanti beccandosi un Oscar, anche questa una cosa che di certo aveva messo in conto, sebbene come una possibilità remota.
Ciò che non aveva considerato e che, statene sicuri, lo ha amareggiato assai, è la pioggia di critiche, accuse di incomprensibilità, manifestazioni di perplessità e bocciature da parte del grande pubblico che lo avrebbe inzuppato quando la Mediaset, sorprendentemente, ha deciso di mandare in onda il suo film proprio il giorno dopo il trionfo davanti agli esperti di Hollywood.
Non ci ha dormito la notte, il nostro Paolo, nel leggere determinate cose. “Ma come, ieri ho vinto l'Oscar e ora questi mi massacrano? Ma come si permettono”, e si rigirava nel letto. Ecco come è andata, si è rovinato la festa.
Il motivo di tutto questo è che Sorrentino è si un genio (almeno a dire di Hollywood), ma anche e soprattutto un disadattato.
Caro Paolino, ma veramente ti aspettavi che il popolo della televisione generalista del martedì sera potesse giudicare diversamente il tuo film? Credevi che di fronte a un'opera così complessa, bisognosa di grande attenzione e di essere vista più e più volte per essere compresa, l'uomo social avrebbe mai potuto fermarsi a riflettere e intuire i significati reconditi e la trama sotto traccia che accompagna il tuo prodotto?
Lo vedi? Sei un disadattato, Paolino. Lo spettatore medio del martedì sera mentre guardava il tuo film chattava su what'sapp, riceveva telefonate, parlava con parenti amici e affini, si alzava per andare al cesso, scriveva su facebook e poi, non te lo dimenticare, il tuo film è stato interrotto più volte dalla pubblicità...o veramente pensavi che Mediaset spendesse una marea di soldi per mandarlo in onda semplicemente perché è bello? Paolino Paolino...
Paolino, ma dimmi...al mondo d'oggi, tu te lo vedi un cristiano incollato al televisore senza distrarsi per due ore e mezza? Proprio di sti tempi in cui, bombardati a tappeto di informazioni, abbiamo un'attenzione più volatile dell'aria, che ci porta a credere di sapere tutto in via superficialissima quando in realtà non sappiamo nulla, e ad abboccare a qualsiasi bufala ci passi davanti, dalle scie chimiche al tonno radioattivo dell'ipercoop? E ancora, Paolino, tu te lo vedi un tizio che decide di riflettere, anche flesciandosi un po', sul tuo film, anziché litigare su internet con altri utenti per stabilire con giudizio inequivocabile se “La Grande Bellezza” era bello o brutto? Non lo hanno fatto in molti, Paolo, non dirmi che non lo sapevi. Magari se lo avessero fatto il film poteva non piacere lo stesso, i gusti son gusti, ma sono sicuro che l'avresti presa diversamente
Infine, Paolino, non ci rimanere male se una vasta pletora di critici da sottobosco e personaggini che annaspano in costante affanno per un po' di visibilità ti hanno dato addosso con strategie da ambush marketing: “Non mi piace”, oggi, tra di noi va di moda, figli bastardi e incarogniti come siamo del populismo e della demagogia, sempre pronti a tirar giù chi emerge da questo marasma di ostilità e malessere che ci avvolge più o meno tutti.
Quindi, Paolino, smetti di piangere abbracciato a quella statuetta, e non mi chiedere se secondo me il film alla fine era bello o brutto, se no sai che casino quando pubblico questo articolo? I due opposti schieramenti potrebbero decidere di derogare alla festa della donna per reprimere a colpi di polemiche il colpo di coda degli avversari dell'opposta fazione, e io spargimenti di sangue non ne voglio. Se vuoi stare meglio, Paolo, al prossimo film prendi per mano lo spettatore con una trama evidente, e spiegagli chiaramente le cose, che noi attenzione e tempo per te non ne abbiamo Paolì, teniamo da fare.
Hashtag a te, genio disadattato.

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